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Visualizzazione dei post da aprile, 2012

Un po' e un po'

C'è che non ho molte parole, mi sono fatta ingannare dalla monotonia e dalla rassegnazione, per non perdermi nella tristezza e tutto quello che comporta. Insomma non è vero che tutti hanno le stesse opportunità e non è solo una questione di scelte. Ci sono  persone fortunate che vivono una vita felice, persone fortunate che vivono una vita normale e persone sfortunate. E poi come dice L. non è proprio così semplice. La fortuna si valuta alla fine degli anni e non a periodi . Il bilancio è finale. Però quello che ti capita e subisci non puoi valutarlo alla fine, il dolore è così lacerante che a tua volta lo provochi, prima o poi. Un ciclo senza fine. In questi giorni ho pensato a V., che ha lasciato un vuoto immenso, ho pensato ai suoi figli che l'aspettano a casa ogni sera, a sua madre che di dolore non ne avrebbe voluto più, alle lacrime che ci sono e ci saranno. Ho pensato anche alla mia nonna, che dalla vita ha ricevuto un po' di dolore e un po' di gioia, lascia

Tutto questo coraggio

Cara V., le parole che non ti ho mai detto si racchiudono in pugno chiuso, si liberano in un attimo volando liberamente come solo tu avresti voluto. Perché sei di nuovo libera, come quando le tue gambe da gazzella percorrevano chilometri di strada sterrata per raggiungere traguardi di vittoria. Libera di vivere a modo tuo, libera di essere amata e di amare, senza freni, prima che il mondo ti crollasse addosso, prima che le tue mani toccassero quel dolore indegno. Mi piace pensarti  mentre sorridi, guardando in basso, assaporando la consapevolezza di avere delle ali ai piedi. Ancora una volta più veloce di tutti, il tuo sorriso prima delle tue parole. E il tuo coraggio nella morte mi lascia senza fiato, la ricerca della solitudine più buia, l'incoscienza di un addio senza ritorno, il nulla. La tua ultima solitudine è stata lì, in quella stanza, nessuno ha sentito le tue ultime parole, nessuno ha visto quella tristezza dentro, sola con i tuoi spettri, le tue paure. Oh mio Di

Pinetta

Ha 96 anni, o forse più, abita in fondo alla via almeno da 37 anni e ha un sorriso che non inganna. Tifosa sfegatata del Milan, non perde una partita e in caso di vittoria appende una bandiera rossonera al primo piano della sua abitazione. Se la incontro mi sorride con i quattro denti, prende la mano di R e canta una canzone vecchia di un secolo, una melodia che ricorda bambini con visi antichi e giochi sotto il sole caldo di estati con i grilli e le cicale. Sono incantata da tanta vita e da occhi che luccicano di gioie e dolori. E poi vedo i panni, appesi con l'appendino alla rete del cancello del vicino e rido. Probabilmente saranno da lavare nuovamente e lei non se ne accorgerà. Certamente è cosa di altri tempi e quando, fra altri 100 anni, lei sarà lontana, nessuno userà più quella vecchia rete come fosse uno stendi biancheria. Ahimè.