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Visualizzazione dei post da aprile, 2014

Podio

La terza oasi cittadina più confortante in assoluto è la libreria. Qualsiasi libreria, l'unica condizione è che i commessi non ti saltino in groppa cercando di consigliare libri non consigliabili. Che poi scegliere un libro è una cosa di un momento, un po' come innamorarsi a prima vista e credere di non poterne fare a meno. E come tutte le cose è una questione di pelle. O mi piaci subito o mai (già detto, ridetto, scritto e riscritto). In una delle tante ricerche di ristorazione della mente mi sono addentrata da Giunti, immensa, un po' disordinata ma le commesse sorridono e ti lasciano vagabondare. All'ingresso, posizionati su uno scaffale scintillante, trovo album rosa e fucsia, della serie TopModel, per ragazzine, bambine grandi e fanatiche dello shopping. Come vestire e creare abiti per modelle manga, su carta, tutto quello che occorre per ideare, colorare e immaginare di essere stiliste in carne ed ossa. Che bellezza. Roba fashion. Ho quasi voglia di comprarne uno

Polemica - Phabule

Mi stupisco di stupirmi. Mi stupisco di non ragionare, a volte. Trovo questo concorso  su  Phabule  e decido che è carino, mi piace. Non ci sono vincoli, se non abbinare un racconto [si definisce tale una narrazione di contenuto fantastico o realistico,  Polemica n°1] ad una foto, che ho creduto dovesse essere scattata dall'autore e non catturata/ rubata da internet [Polemica n°2]. Così scrivo una storia ( Un passo Indietro ), la mia fantasia è fervida, le foto sono la mia passione. Non trovo alcun ostacolo. Che il risultato sia buono è un altro discorso. Non trovo lo sia. Ma è un gioco. Io adoro i giochi. Ho l'esigenza di mettermi in gioco. Odio perdere ma questa è un'altra storia. Ho tralasciato un piccolo particolare. Il vincitore potrebbe essere senza merito. Io odio i vincitori senza merito. La votazione infatti avviene o con iscrizione al sito o accedendo con account facebook. Che tristezza. Clicchi la stellina e prendi un voto. Nessuna giuria. Per essere votato puo

Dentro è tardi

E' tardi o forse no. Comunque trentotto anni diverranno trentanove, fra qualche mese. Mi agito. Comincio a grattarmi il collo. Alla mia età Audrey aveva già vinto l'Oscar, Margaret era Segretario Parlamentare, Grazia non aveva ancora vinto il Nobel ma aveva già pubblicato romanzi e opere teatrali, per non parlare di Oriana che oltre ad essere giornalista era già scrittrice e mezza americana. Donne che non hanno perso tempo, che non si sono perse nemmeno un treno, che hanno imboccato la strada giusta al primo colpo, donne che concludono, donne di fretta. Anche io sono di fretta ma non come loro, piuttosto come il Bianconiglio di Alice. E' tardi, è tardi. Non è cosa fantastica. Piuttosto direi che perdo tempo nel tempo. Macino chilometri senza lasciare alcuna traccia, le scarpe sono usurate ma anche il cuore. Raddrizzo il collo per respirare meglio ma curvo le spalle, vorrei mettere i piedi sulla scrivania ma gli stivali, che non ho ancora abbandonato, pesano di inverno

Retrogusto

Ho trovato una foto di quando ero alle elementari e avevo i capelli dritti come spaghetti. Cingevo le spalle della mia amica S., più alta, più bella, ma con la stessa lugubre malinconia che già ci accomunava. Sono qui ma vorrei essere da un'altra parte. Ecco. Indossavamo quelle terribili magliette con le strisce, tipiche degli anni ottanta e aspettavamo di correre una gara per i Giochi della Gioventù. Non che ne avessimo voglia. Non che fossimo particolarmente agguerrite. Non che fossimo sportive. Ma era obbligo partecipare anche se le speranze di vittoria erano quasi pari allo zero e la frustrazione di veder sfrecciare le vere sportive sia a destra che a sinistra era una possibilità più che remota. I genitori se ne stavano speranzosi sugli spalti a scattare fotografie. E devo capire ancora quale possa essere stata la loro speranza e  il retrogusto di fotografie in cui arrivo ultima. Per l'autostima non è mica una gran cosa. I genitori di S., più attenti, hanno f