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Visualizzazione dei post da ottobre, 2014

Rimmel e Perchè

Ci sono cose a cui non si rinuncia. Io non rinuncio alla matita nera, nella parte interna e inferiore dell'occhio. Un tratto deciso il giorno, un tratto sbavato la sera. Anni fa non mi accontentavo e sfumavo l'ombretto nero sulla palpebra in maniera quasi maniacale. Esagerata. Nero ovunque. Il mio occhio si rimpiccioliva e mi piaceva. Poi ho smesso di utilizzare ombretti che vanno oltre i colori neutri, ho lasciato le polverine Mac in vista, sulla mensola sinistra del bagno. Mi piace ricordare che ho indossato colori in viso, che avevo un pennello per ogni tonalità e che spesso utilizzavo il piegaciglia dopo il rimmel. E' la prima cosa a cui non rinuncio al mattino. Perché ho saputo rinunciare persino alla colazione. Ma la matita nera per gli occhi no, questa proprio no. Cerco di rinunciare persino a questo blog, lo dico, lo dico e non lo faccio mai, torno sempre qui, perchè questa è casa, comando io, scrivo cose poco serie, qualcosa di nostalgico, qualcosa di me, qu

Suvvia

Ci sono mattine in cui non vedo rughe, i capelli non sono a posto (non lo sono mai) ma hanno un movimento preciso, ondulato con una direttiva sensata. La matita nera sotto gli occhi ha un tratto preciso, non sbavato. Torna tutto. Mi sento quasi bella in quel modo che solo la mia parte femminile sa fare. Poi mi rendo conto che è una questione di occhio e cervello, un'azione combinata di serotonina elevata e luna corretta. Niente di più. Essere donna è anche questo. Vedersi fighe quando un motivo non c'è e vedersi cesse quando tutto sommato non si è peggio del giorno prima. Ho la possibilità di camminare ad un palmo da terra e sorridere senza motivo, non incazzarmi per la coda di macchine che parte dal semaforo sotto casa, fermarmi per una pausa pranzo ai limiti della decenza e offrire un euro a Sergio Pezzi. Il suo Signorina ha un eurooo  alle 8.20 di mattina nel parcheggio dell'ufficio ha un sapore nefasto. Potrei girarmi e chiederglielo una volta per tutte perché si è br

Piano A

Questa è una parte della "cosa" a cui sto lavorando. La "cosa" non ha ancora un nome, la "cosa" non si può ancora identificare. Pubblicandolo qui prendo coraggio. Sento quasi profumo di primavera. Perdonatemi l'inadeguatezza spazio - temporale. Perdonatemi tutto e fate prima. Bianca è la protagonista. Ecco: "...Nessuno è mai stato noi. Quanto è vero. Nessuno ha mai vissuto così intensamente delle parole senza provare quella morsa allo stomaco che ti fa strizzare gli occhi. E io sono stata bravissima. A tratti deliziosa. Ho creduto veramente a tutto, comprese le virgole e le parentesi. Ho pensato di essere pazza e ho detto mille volte le parole che si dicono di notte. Quelle al buio. Quelle sussurrate. Poi non ho pensato a niente. Nemmeno a dopo.Quando tutto finisce e le parole non ci sono più. Solo vuoto e puntini. Mi dico che le cose belle non hanno orario e non hanno nemmeno paura. Io ho sempre un orario e a volte ho anch

La Prima

Quando ero piccola ascoltavo gli Abba. Chiquitita (che pronunciavo Cichicita) era la mia canzone preferita. A dire il vero era mio padre che mi faceva ascoltare gli Abba, la sera, dopocena, sprofondati nelle poltrone marroni anni ottanta, quelle che mia madre picchiava con il battipanni, il sabato, per far uscire la polvere. Dischi 33 giri. La canzone attaccava   Chiquitita tell me what's wrong e io mi chiedevo se a cantare fosse la bionda o la mora. Mio padre rispondeva che era la bionda ma credo non lo sapesse veramente. Poi ho chiesto che cosa raccontasse la canzone e lui, che parlava il tedesco ma non l'inglese, mi aveva raccontato di questa bambina cilena figlia di un desaparecidos, rimasta con la madre in attesa che il regime rilasciasse l'amatissimo padre. Realmente la canzone non fa riferimento a nessun momento storico in particolare e un poco più grande ho pensato che fosse un racconto fantastico, dopo anni ho richiesto conferma e vista la convinzione immutata de

Prospettive a Mezzanotte

L'ultima sigaretta è quella della sera a mezzanotte, quella che ti fa fare il resoconto della giornata e ti fa dire si, oggi ho vissuto bene oppure finalmente la giornata è finita. Ieri sera, con il rivolo di fumo tra le dita, la finestra aperta, il cielo in casa, le nuvole che coprivano le stelle e il silenzio addormentato che mi circondava, ho pensato a quanto siano splendidi certi momenti, ho pensato che un'ora ti possa cambiare il percorso di una vita, ho pensato che ci sono verità che hanno l'esigenza di essere ascoltate. Poi è solo una questione di prospettive, di angolazioni. Puoi ruotare il volto e guardare la stessa persona dalla parte della mandibola o dell'occhio sinistro, puoi guardare la stessa strada dall'alto anziché percorrendola e forse ti sembrerà più breve. Vale tutto. Anche cambiarla, la strada, all'ultimo momento, all'ultima rotazione, all'ultima visione. Con un colpo di reni ti puoi salvare la vita. Con un colpo d'occhio la s