Olimpiadi. Il maratoneta detentore del titolo non si presenta e solo qualche giorno fa se ne è capito il motivo. L'Italia insorge, le dita puntate verso il campione senza personalità. Poi quell'intervista straziante in cui si confessa mettendo lacrime e cuore in mano a tutti i telespettatori. E io lì che penso quanto sia difficile essere un vero atleta. Niente vita sociale, niente aperitivi, feste di compleanno senza torta con la panna, allenamenti sei giorni su sette, muscoli scolpiti, gare e nient'altro. La vita fatta di appuntamenti, mondiali, europei, campionati italiani e olimpiadi. Nessuno di noi, piccoli atleti metropolitani, può captare una vita fatta di scadenze, rigore fisico e mentale, dieta, allenamento, culto della perfezione, tutto per una medaglia, per un podio che sogni da sempre, per una gara perfetta. E così il maratoneta perde il controllo, diventa, improvvisamente, un uomo normale, un uomo competitivo, che non vuole perdere, che non vuole restare ind...