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Visualizzazione dei post da gennaio, 2012

Palla Pallina e Linoleum

E' il momento della nostalgia. Forse è il mese, non lo so. Nostalgia di spensieratezza, nostalgia di un pallone, di palestre, di trasferte, di punizioni sui gradoni della palestra. Vittorie puntuali, perchè eravamo così brave da lasciare sempre il segno, senza poi alla fine raggiungere l'olimpo. Un gruppo così bello da togliere il fiato, un allenatore così spassoso e terrificante da lasciarci senza parole. Che bello essere così vivaci e senza pensieri, il suono del pallone sul linoleum, gli spogliatoi pieni di quelle risate immense. E quell'unica foto così lontana da sembrare irreale. Mi manca quella stupidità legittima, quella pazzia giustificata. Non sono più stata così. Non ho più visto nessuno chiedere indicazioni ad un sordomuto, non ho più visto nessun allenatore agitarsi in quella maniera, nessuno mi ha più chiamata "madonna dalle gambe indurmente", non ho più visto il terrore per una gita a gardaland e un allenamento saltato, non ho più cantato su u

Quello che è mio

Sono amata. Di un amore folle e paziente, spropositato, esitante, alternato, incondizionato e improvviso. Un amore che ho addosso, che sento mio, che a volte rifiuto e prendo a calci, come fosse una liberazione, per riconoscere una libertà di cui sento solo il profumo. Basta chiudere gli occhi,  urlare grazie e piangere per chiedere perdono, per quello che non dico mai, per quello che lascio in sospeso, per la freddezza che ho acquisito. Una preghiera lassù, perché qualcosa viene dato ma anche tolto, il dolore si mimetizza, la serenità è limpida. E poi correre, per sentire il fiato che incalza, il pensiero che si avventura in spazi mai dimenticati, la vita che solletica le braccia nude, le scarpe che sorreggono il peso della monotonia. Allontanarsi e poi tornare. Sempre. Per una parola in più. E un abbraccio. Se possibile.

La distanza di un secondo

E poi magari è un attimo. Non ti aspetti una giornata diversa, non ti aspetti  un dolore, non ti aspetti niente di nuovo e magari ti sei anche lamentata della monotonia. Sei sempre di fretta, la colazione da preparare, i bambini da vestire, la casa da rendere accettabile. Prendi la macchina e corri. La tua vita è lì, ce l'hai addosso, ti fa il solletico a volte, ti disturba, ti annoia, ti fa sbattere la testa ovunque, ne assopori l'essenza a tratti, ti chiudi nel caldo delle sue lenzuole a sera inoltrata. Il buio. Un istante. Tuo figlio scende dalla macchina. Ti sorride, ti guarda. E non sai che deve passare ancora un momento prima che. Urla strazianti e la tua vita non c'è più. Nemmeno il respiro. Come un proiettile in corsa, come un fulmine che spezza una quercia. Non c'è più niente. Solo buio, urla e lacrime. Tuo figlio che sparisce sotto le ruote di un suv. Il suo sangue ovunque e quella strada che non sarà più la stessa. Il senso di colpa sarà un'ombra, u

Pensiero semplice

Qui c'è la nebbia e il nuovo anno è iniziato con una continuità inquieta. Il freddo è pungente, il telefono lavorativo squilla ogni momento, ho ricominciato a correre, a incastrare i tasselli perfettamente (o quasi), a riempire la mente di informazioni temporaneamente utili, a dimenticare necessità, sfizi e divertimenti. Se per un attimo tiro il fiato, ho un pensiero semplice nella testa,  rimbomba impietosamente  invocando istantenee veloci... R che ride a colazione, biscotti annegati nel thè, L che si diverte, che gioca a fare il pompiere, profumo di mela e cannella, babbo natale ritrovato, un magnifico albero, giornate di sole quasi irreali, Milano ingombrante, un bicchiere di vino. Ecco la vita. Quella che mi manca sempre. Ecco il tempo che vorrei. Quanto vi adoro, amori miei.