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Visualizzazione dei post da 2011

Tra un Brunello e una fettina di crudo

L'ultimo regalo della nonna è stato consumato oggi, in una giornata di sole, in un piccolo locale milanese. Un tagliere di salumi e bruschette, un buon bicchiere di vino e un cin cin a tre. La verità è che se fosse stato per me non avrei mai prenotato, perchè niente sembrava bello e tutto sembrava difficile e poi avere un ultimo regalo incompiuto forse sarebbe stato più semplice. Ci ha pensato L. che vedendomi barcollare nella nebbia della mia confusione ha scelto, prenotato e organizzato questa giornata, con la pragmaticità e freddezza che lo contraddistingue. E forse ha ragione quando sostiene che lei ne sarebbe stata solo contenta e che è quello che avrebbe voluto. E forse ha ragione quando dice che il giorno di Natale era come fosse con noi, in quella confusione, con i suoi figli commossi e i suoi nipoti matti. E io non lo so più cosa è giusto o sbagliato, qual è il confine tra il dolore e la speranza, cosa c'è in quel piccolo spazio nel mezzo fra persone che si amano.

Donne con orecchie

Palestra. Venti metri quadrati di spogliatoio. Corsi che si accavallano nelle ore serali, borse ammassate, visi e orecchie vicine. Le persone sono sempre le stesse, una ragazza magrina con nike psichedeliche, la ragazza riccioluta e incolta, quella che si infila le lenti per non far sudare gli occhiali, quella con la maglia scollata e il push up e poi lei, la biondina sui 40, con la voce importante e la rabbia che trasuda da tutti i pori. Capita che io mi preparo per andare in doccia e lei per il corso di non so cosa. Mi ritrovo ad ascoltare i suoi discorsi con la moretta magra, senza accorgermene. E' divorziata da poco, una delusione grossa come una casa (peraltro riscattata), un lavoro che vacilla e soprattutto un figlio intorno ai 4 anni. Le donne sono brave ad aprire parentesi e ricordare vecchi particolari ma lei condisce il tutto con quel qualcosa che assomiglia alla rabbia ma anche alla tristezza, alla delusione e alla pateticità. L'ex marito, ovviamente, deve essere

Persone saltate

Mi capita spesso di non vedere chi mi sta attorno, non ho problemi di vista (veramente un po' sì ma non è quello il problema) semplicemente escludo ciò che non credo di trovare dal mio capo visivo. Per esempio se sono in un supermercato e devo comprare una serie di cose, sono talmente distratta e diretta che non vedo e quindi non saluto conoscenti o amici, come se escludessi a priori qualsiasi incontro. Mi capita spesso se sono in locali o luoghi affollati e mi salvo solamente se c'è qualcuno con me che mi dice Hai visto chi c'è? . Giuro che mi vergogno e se fosse meno complicato riuscirei a destreggiarmi meglio anche con le parole. Così sembro snob e forse un po' lo sono ma per altri motivi e solo nel mio profondo (a questa affermazione la mia amica Cri starà sicuramente ridendo e annuendo). Questo pensiero è per V. che ieri, ancora una volta, ho rischiato di non salutare (se non fosse stato per lei non sarebbe successo per l'ennesima volta), per V. che ho rit

La Repubblica delle Banane

Non parlo mai di politica, per presa di posizione ma anche per un senso di non appartenenza che ormai mi assilla da qualche anno a questa parte. In questo periodo però il senso di disagio e di schifo è arrivato alle stelle, i telegiornali sono saturi di numeri, sondaggi, professori, donne in carriera e in lacrime, paragoni senza senso e promesse mai mantenute. Prima era anche peggio, perchè il SignorB innondava le cronache con escort che sbucavano da tutte le parti, ragazzine e ragazzotte con il fisico in propettiva 3D, scenografie dei tribunali italiani, amabili servitori in giacca e cravatta, sguardo assassino e paroloni impronunciabili. Insomma, il bagaglino in prima serata, con meno risate ma più seni in circolazione. Ecco, mi manca il respiro se penso ai sonni tranquilli che non dormiremo, al lavoro che continuerà a non esserci, alle prospettive professionali sempre peggiori e alla vita precaria in tutte le scelte di coraggio e non. Viviamo nella Repubblica delle Banane, una po

Tre due uno

Corro per uscire dal lavoro, con il tacco 10, per andare in palestra, cercare di allenarmi senza risparmio in 50 minuti perchè i 10 restanti mi servono per fare una doccia. La mia ora per me vola come un lampo e io mi ritrovo spasmodicamente a non poterne fare a meno, per liberarmi di quelle tossine che il mio corpo ha sempre in abbondanza e per liberarmi di quella mollezza che mi affligge appena mi fermo. Il movimento come gioia, benessere, liberazione  ma anche senso di colpa,  per il tempo rubato a R., per la fretta del dopo, per non riuscire a coordinare tutto perfettamente e per l'inevitabile stanchezza che non mi permette di dare energia alle mie azioni. Un'ora di cui non vedo l'ora e la fine dell'ora come la campanella di scuola, con lo zaino in spalla cinque minuti prima. Il sorriso prima e dopo, solleticando il tempo nel mentre, la musica dell'IPhone che zampilla, le gambe corrono e il cuore si agita. Prendo un respiro. Mancano 3 minuti alla corsa ver

Aria - Gianna Nannini

Sai nascono così fiabe che vorrei dentro tutti i sogni miei e le racconterò per volare in paradisi che non ho e non è facile restare senza piu' fate da rapire e non è facile giocare se tu manchi aria come è dolce nell'aria scivolare via dalla vita mia aria respirami il silenzio Non mi dire addio ma solleva il mondo sì portami con te tra misteri di angeli e sorrisi demoni e li trasformerò in coriandoli di luce tenera e riuscirò sempre a fuggire dentro colori da scoprire e riuscirò a sentire ancora quella musica aria come è dolce nell'aria scivolare via dalla vita mia aria respirami il silenzio non mi dire addio ma solleva il mondo aria abbracciami volerò aria ritornerò nell'aria che mi porta via dalla vita mia aria mi lascerò nell'aria aria com'è dolce nell'aria scivolare via dalla vita mia aria mi lascerò nell'aria

Porca Puzzola

Il mio vocabolario da camionista sprezzante è cambiato. Intendo tutto quello che è imprecazione, intercalari di sottofondo tipicamente milanesi, accezioni casuali e non, parole storpiate e parole urlate. Tutto perché R ascolta e ripete, ripete e ascolta. Ieri correndo per il corridoio, urto il mignolino contro la panchina di legno, urlo e impreco e R. mi dice: "Ma mamma che cosa hai detto?" Io: "Porca Puzzola!!!!" Lui ride e ripete "Porca Puzzola" all'infinito. Così mi trattengo, invento imprecazioni come orca zozza , puzzola schifosa , porca schifa , paletta sporca , marte ciccione , cavolo rotto , orco basso , mostro balordo ... Mi sento un po' ridicola, un po' infantile e penso che nemmeno alle elementari dicevo cose così stupide. Ma almeno per un po' R. ride, l'urto del mondo esterno non l'ha ancora scalfito, la sua infanzia  è ancora così pura da abbagliarmi, da lasciarmi senza parole... E' tanto bello quanto ve

La nebbia che respiro

Non avresti amato questa nebbia e non avresti nemmeno amato questo freddo gelido e improvviso. Sono sicura che non avresti nemmeno amato la mia piccola sigaretta serale, la mia immagine con i gomiti sul davanzale, la finestra aperta, nonostante l'aria veloce. E' il mio piccolo momento con te, per sconfiggere la nostalgia, parlandoti, sola come una pazza, pregando che tutto vada per il verso giusto e augurandomi che tu sia in un posto felice. In queste sere ti sento vicina, un brivido dietro la schiena, un' ombra che mi sfiora le spalle. Una presenza essenziale, una memoria senza argini. Mi sembra di sentire i tuoi passi sulle scale, quella vocina smorzata, la preoccupazione di disturbare e quel bisogno assoluto di avere tutti attorno. La  mancanza di te è senza tempo, senza aria. Un respiro profondo, chiudendo gli occhi.

Renzi e la caramella

Sempre a cena, davanti ad un Tg di mezzo con volume alto, R. con la bocca piena che beve sorsate di acqua senza aver ancora mandato giù la carne tentando di parlare, L. che si avvicina alla televisione per tentare di ascoltare qualcosa, io che osservo e rido. Bagarre. Poi un servizio su Berlusconi, le dimissioni fasulle, la borsa che schizza, il suo faccione teso con i capelli disegnati. R lo guarda e dice "mamma Berlusconi pussa?" L. risponde dicendo che sì, probabilmente "pussa anche". Rido di nuovo. Dopo qualche minuto un servizio su Matteo Renzi. Io: "Ecco, lui è la persona che cambierà l'Italia". E lo dico più per provocazione che per convinzione. L. : "Secondo me se lo pappano..." Io "Nel senso che faranno in modo che non arrivi alle primarie e se anche dovesse arrivarci il Partito farà in modo non venga eletto?" L. "Esatto..." Io: "Invece voglio crederci, insomma è giovane, ha coraggio, gli italian

C'era una volta una lettera di dimissioni

Questa mattina ho raggiunto un picco euforico, nonostante la mia forma fisica pessima, quando L. mi ha comunicato che avrebbe dato le dimissioni nell'ora successiva alla telefonata. Poi mi sono ricomposta, ho messo in ordine nuovamente  il puzzle e mi sono detta che ancora una volta non sarebbe successo niente. Un passo indietro. L.ha aperto con coraggio una partita Iva due anni e mezzo fa per sposare un suo progetto personale con l'azienda della quale è sempre stato infatuato. Ha raggiunto una professionalità invidiabile, ha creato un metodo lavorativo, ha adeguato le sue competenze al mercato, ha sfruttato la sua dialettica come meglio non avrebbe potuto, ha gestito il grande e il piccolo cliente con professionalità e proverbiale gentilezza. Tutto perché il lavoro è la sua unica passione. Poi l'azienda si sfalda, piovono pedine come fosse acqua, la struttura svanisce. Il lavoro di L. diventa fine a se stesso, nessun supporto, nessuna continuità. Ad un tratto chie

A te

Quanto questa vita ci renda schiavi della frenesia è ormai noto. Quanto i miei cuori siano sparsi un po' qua e un po' là è una novità di qualche anno. L'amore che si osserva è ridotto a brandelli di qualche ora al giorno, l'amore che si prova non si arresta nè si quantifica. Poi ci sono quei giorni in cui tutto sembra nero più del buio, si dimentica di essere stanchi e ci si scaraventa addosso quanto di più orribile ci possa essere. Parole taglienti e lacrime acide, occhi sgranati e porte sbattute. Un bimbo che balza in piedi spaventato e una canzone in lontananza. Ci sentiamo soli, arrabbiati, ricchi di problemi e poveri di morale. Fino a toccare il fondo. Per poi risalire. Lentamente. La solitudine non serve, amore mio. Saremmo persone migliori se solo smettessimo di arrivare primi per forza e se solo arrivassimo al traguardo l'uno nelle mani dell'altra. E tutto sembrerebbe meno difficile. Amore mio.

Paris

Mi sono chiesta che fine avesse fatto Francois Fejto (scritto con la virgoletta sotto la c e i due puntini sopra l'ultima o ), la cui vita mi aveva appassionata qualche anno fa. Ho fatto una piccola ricerca su wikipedia per vedere quando fosse morto visto che ricordavo fosse nato nei primi del 900. Effettivamente la sua morte risale al 2 giugno 2008, non è arrivato al secolo per un soffio. Comunque non volevo ricordare la sua enorme vita, piuttosto riportare una frase che il suo amico ungherese Arthur Koestler aveva scritto in onore di Parigi, patria dell'esilio di Fejto e teatro in cui ha recitato il suo dramma: "A Londra o a New York farete presto a fare qualche amicizia; e tuttavia potreste sentirvi egualmente soli come cani. A Parigi le case vi rimangono chiuse, ma i marciapiedi sono vostri, i caffè sono vostri, la città è vostra; siete parte della città che i suoi ritrosi cittadini vi accolgano o no. In realtà la sentite più intimamente, più sensualmente vicina

Pippi la pippa

In questi giorni ho avuto modo di stare tanto tempo con R, ho avuto modo di viziarlo e straviziarlo come poche altre volte ho fatto. Colazione davanti alla TV, dimmi cosa vuoi per pranzo, giochiamo tutto il giorno con camion, trattori, ruspe e trasporti speciali, caramelle e cioccolatini sui denti appena lavati, cavallo in ginocchio e 14 kg sulla schiena, andiamo al negozio di giocattoli a comprare qualcosa di nuovo. Insomma tutto quello che di anti educativo ci possa essere specificando che tutto è un'eccezione perché la mamma è un po' malata e deve stare in casa forzatamente per poter scappare in bagno all'improvviso. Il momento eclatante della giornata arriva quando su deakids compare Pippicalzelunghe. Partendo dal presupposto che l'ho sempre odiata fin da piccola, ho provato a superare i miei limiti e per la gioia di R ho guardato attentamente almeno 18 puntate in tre giorni. Di seguito quello che ho imparato: - a seconda della sigla si può capire anticipatamente

Siro

Arriva Siro, in una domenica autunnale ma non troppo, con il sole caldo che ci accompagna di giorno e una coperta sulle gambe la sera. Arriva in anticipo ma non di fretta, con tutta quella gioia  e tutta quella euforia che contraddistingue l'evento. Quando l'ho saputo ero avvolta felicemente nel silenzio innaturale della mia casa, tra farina, zucchero e uova per creare una torta super calorica alle pere e cioccolato (purtroppo non per me), con un cavatappi in mano per stappare un vinello bianco (le pere vanno saltate in padella come da ricetta)... Leggo il messaggio, gioisco, poi guardo attentamente la bottiglia di vino, osservo di sbieco l'ora e mi dico: "mmm quasi  festeggio da sola, alla faccia della dieta". Prendo un bel bicchiere da degustazione vino, mi verso un goccetto e urlo "Viva Siro!". Ad un tratto penso anche che gli alcolisti da qualche parte devono aver iniziato, che bere un vinello alle tre di pomeriggio non è una cosa normale, mi imm

Senza Ale

L'Ale che qui non trovo, sorride ancora in italiano e aleggia in francese nell'aria fredda della Francia che amo e che non ho più rivisto. Ci siamo divise così velocemente che la nostalgia ci ha avvolto con grosse sciarpe fin dal primo momento. Torno io, parte lei. Torna lei, parto io. E rimane difficile anche rivedersi, parlarsi, trovare qualche minuto per l'altra. E mi sento spesso in colpa, per non essere mai riuscita ad avvicinarmi, a starle un po' più vicina, ad abbracciarla quando serve. Ogni tanto, da qualche cassetto, sbucano lettere, fogli, quaderni di  vita bellissima, tutto così distante che devo contare senza dita il tempo passato. Ho sempre la sensazione che fra di noi ci sia sempre una mancanza non colmabile, che abbia una consistenza, che sia decifrabile in ogni contesto. Riesco a sentire la sua voce, la sua risata, il conforto di una spalla d'appoggio. Eppure è così lontana. E tutte le lettere scritte, quando ancora avevamo tempo e quando ma

If I Should Fall Behind - testo e traduzione

Per non dimenticare il Nostro Inizio e per non perderci mai... "We said we’d walk together baby come what may That come the twilight should we lose our way If as we’re walkin a hand should slip free I’ll wait for you And should I fall behind Wait for me We swore we’d travel darlin’ side by side We’d help each other stay in stride But each lover’s steps fall so differently But I’ll wait for you And if I should fall behind Wait for me Now everyone dreams of a love lasting and true But you and I know what this world can do So let’s make our steps clear that the other may see And I’ll wait for you If I should fall behind Wait for me Now there’s a beautiful river in the valley ahead There ‘neath the oak’s bough soon we will be wed Should we lose each other in the shadow of the evening trees I’ll wait for you And should I fall behind Wait for me Darlin’ I’ll wait for you Should I fall behind Wait for me”. Traduzione. “Abbiamo detto che avremmo camminat

36 il 21

Lui è quello che in qualche modo mi fa ragionare, mi fa pensare che nulla è mai perduto e che a tutto c'è una soluzione. Lui mi lancia addosso, con tutta la forza che può avere un uomo, il suo cattivo umore, la sua poca serenità, le sue paure remote. Mi fa ridere e piangere in una volta sola, mi fa correre a destra e a sinistra, mi dice che il mio sedere non è più tanto sodo ma mi dice anche che sono bella senza trucco e parrucco. Mi fa sbuffare, mi fa sognare, mi fa gioire e perdere la pazienza, mi fa venire le rughe in fronte, mi controlla il conto corrente e crea un foglio excell con le spese in uscita e i pochi soldi in entrata. Lui è quello che dopo la doccia, in inverno, si asciuga i piedi con il phon,  si pettina come Fonzie, un minuto prima di uscire torna in bagno per una controllatina ai capelli, mi aggiusta la spallina del reggiseno quando è irrimediabilmente avvolta su se stessa. E' la mia canzone preferita, nella monotonia del giorno, con l'autunno e la

Conversazione di una sera di fine estate

Io e L., seduti a tavola, R. che canta, il pollo allo zafferano che attende nel piatto. L. : "Questa carne è gialla." Io:  " Già..." L :  " Che vita di merda che stiamo facendo... nè?" Io : " Già..." L :  " E' questa società che è sbagliata, i valori sono sballati, lavoriamo tutto il santo giorno per avere qualche giorno di ferie ogni tanto... e poi questa pianura padana, l'afa, le zanzare, le cimici..." Io: " E questo cazzo di odore di maialone..." L: " Già, c'è anche il maialone che ci perseguita..." Io: " Andiamo via... in toscana, in mezzo ai colli...lì c'è odore di uva, il maialone non c'è, al massimo qualche bestia sana..." L: "Che bello, in mezzo alla vera campagna... io potrei fare... cosa potrei fare?" Io: " Il contadino!" Silenzio. Il ghigno mi assale. Mi immagino L. con un cappello di paglia, i pantaloni sgualciti e una zappa appoggiata in spa

L'attesa infinita dei gatti

Il signore dei gatti è morto venerdì intorno a mezzogiorno. Il figlio, nel pomeriggio, ha tolto tutti i mobili di casa, li ha riposti fuori, ha cominciato a tinteggiare le pareti, chissà con quale colore. Poi sono arrivati motorini, ragazzi con stereo e grandi sacchetti bianchi. Sono sparite le ciotoline dei 25 gatti, l'acqua sul marciapiede e i resti delle pappe gattare del giorno prima. I vecchi vestiti del padre sbattuti sull'uscio, qualche parente che compare improvvisamente. Nessun abbraccio, niente manifestazioni, niente lacrime. Solo una musica abbastanza alta e qualche risata. L'ho osservato per un po' , L. dice che la parola non è corretta, sarebbe meglio dire che non mi sono fatta gli affari miei. La verità è che ero curiosa di capire come si sviluppa un dolore al di fuori del mio cancello. Volevo sapere se anche un ragazzo così piange, volevo capire cosa si prova a rimanere veramente soli, volevo sapere se  un secondo grande dolore può avere una forza

Compleanno

Buon Compleanno a te, così lontana, così vicina. Buon Compleanno a te, grande e piccola donna. Buon Compleanno a te, che te ne sei andata di nuovo in punta di piedi. Buon Compleanno a te, che ci vedi così fragili e tristi. Buon Compleanno a te, al tuo sorriso che ci accompagna. Buon Compleanno a te, al tuo mondo, alle tue cose, alle tue abitudini. Buon Compleanno a te, che ci guardi, ci sorridi e ci dici che tutto andrà bene. Buon Compleanno a te, ai tuoi abbracci, ai tuoi silenzi, al tuo viso imbronciato. Buon Compleanno a te, alla tua torta preferita, alla tua curiosità, alla tua sorpresa. Buon Compleanno a te, cara, dolce e insostituibile.

Prima o poi

Suona la prima sveglia. Sono le 6.30. Spenta. Il secondo avviso è un quarto d'ora dopo e riesco almeno ad aprire gli occhi. Mi sembra di aver passato una notte in una frenetica discoteca milanese, fra aperitivi e superalcolici e invece no, mi sono solo addormentata un pochino tardi. Un minutino dopo mi lancio giù dal letto, picchio il piede destro contro lo stipite della porta, alzo gli occhi al cielo perché le parole non mi escono, corro in bagno, i vestiti sono già pronti, sono diventata più previdente e poi  non si sa mai (potrei essere talmente assonnata e sbagliare l'abbinamento colori - vestiti in un batter d'occhio). Poi uno yogurt, nelle migliori mattine, davanti al tg, e qualche biscotto sgranocchiato con swiffer in mano mentre faccio le piste in salotto. Il divano riordinato, le briciole raccolte, lo schienale raddrizzato, i telecomandi sparsi per il tappeto, le ditate sul televisore ("Laura, girati! Chiudi gli occhi!"), ci vorrebbe un giro di aspirapo

Alice nel paese delle Meraviglie

"La gente vede la follia nella mia colorata vivacità e non riesce a vedere la pazzia nella loro noiosa normalità! " " C'è un posto che non ha eguali sulla terra... Questo luogo è un luogo unico al mondo, una terra colma di meraviglie mistero e pericolo. Si dice che per sopravvivere qui bisogna essere matti come un cappellaio. E per fortuna... io lo sono. " "Ti svelo un segreto: tutti i migliori sono matti" "Se io avessi un mondo come piace a me, là tutto sarebbe assurdo: niente sarebbe com'è, perché tutto sarebbe come non è, e viceversa! Ciò che è, non sarebbe e ciò che non è, sarebbe..." "La scelta è solo tua, non si vive per accontentare gli altri" Alice: "Alcune volte cerco di pensare a 6 cose impossibili prima di fare colazione" Cappellaio: "Brava! E' un ottimo esercizio! Tuttavia ora ti converrebbe concentrarti sul Ciciarampa!" Alice: "1. Esiste una pozione che ti

Buonanotte Fiorellino

Buonanotte, buonanotte amore mio, buonanotte tra il telefono e il cielo. Ti ringrazio per avermi stupito, per avermi giurato che è vero. Il granturco nei campi è maturo ed ho tanto bisogno di te, la coperta è gelata, l'estate è finita. Buonanotte questa notte è per te. Buonanotte, buonanotte fiorellino, buonanotte fra le stelle e la stanza, per sognarti, devo averti vicino, e vicino non è ancora abbastanza. Ora un raggio di sole si è fermato proprio sopra il mio biglietto scaduto. Tra i tuoi fiocchi di neve, le tue foglie di tè. Buonanotte, questa notte è per te. Buonanotte, buonanotte monetina, buonanotte tra il mare e la pioggia, la tristezza passerà domattina e l'anello resterà sulla spiaggia, gli uccellini nel vento non si fanno mai male, hanno ali più grandi di me e dall'alba al tramonto sono soli nel sole. Buonanotte questa notte è per te

Dopo un mese

La vita continua a piccoli passi, è passato un mese ma sembra che il tempo sia stato più lento del solito, quasi volesse farmi un dispetto, quasi fosse un affronto. Ho respirato a grandi boccate, ho pianto ad ogni angolo, ho parlato cercando di sentirla a fianco, ho cercato la rassegnazione e sperato che qualcuno potesse aiutarmi. Ricordi, momenti, fotografie, cassetti rovistati in cerca di un po' di profumo, parole che riaffiorano, desideri ultimi, cose non fatte, non dette, ricette che non ho mai imparato, tratti di vita di cui non conosco l'esistenza, persone mai conosciute, l'albero genealogico con un pezzo mancante. E intanto non cambia niente. I minuti inesorabili si ostinano a ticchettare ovunque, la possibilità che un'anima sia comunque meno sola è un miraggio, la gioia rimarrà per qualche tempo congelata in serenità. Perché non trovo soluzione. E la rabbia prima o poi svanirà. La tristezza si chiuderà in un angolo. Verrò nuovamente travolta dalla monotonia

Un giorno - David Nicholls

Vagabondando felicemente e velocemente nelle librerie lodigiane (a dire il vero ne visito sempre e solo due e non compro mai libri nei supermercati perchè mi sembra squallido), mi sono imbattuta in "Un Giorno", uno dei libri che riporrò immediatamente al terzo ripiano della mia raccolta (quello dei migliori). Il romanzo si svolge sempre il 15 luglio, per 20 anni,  ricorrenza inglese di San Swhitin. Emma e Dexter, Em e Dex. Un amore che nasce quasi per caso, due vite che continuano parallelamente, due personaggi così possibilmente veri che li immagino in maniera precisa. Lo leggo in meno di una settimana, di notte, di giorno, appena sono libera. Non ne posso fare a meno. Provo gioia, dolore, rabbia, palpitazioni da quindicenne impazzita. Devo prendere respiro ad ogni nuovo capitolo, a tratti mi innamoro di Dexter e mi immedesimo in Emma. E quando è così, per me, è un successo. Non conosco David Nicholls come autore, non ho mai letto nient'altro, ma  questa sua capac

Acqua e Farina

Penombra di una casa in periferia, dove il verde era ancora immenso. Le cicale e i grilli come musica.  Il silenzio di un condominio che dorme. La porta di ingresso con il poster della nazionale mondiale dell'82. Nanette che abbaia. L'atrio fresco e la cucina un po' più calda. Tutto come fosse ieri. Quando ero piccola, insieme a F, giocavo spesso con pentolotti, acqua e farina. Sempre d'estate, sempre quando il caldo torrido non ci permetteva di stare sotto il sole, sempre quando la casa era ancora fresca. Riempivamo le piccole pentole e le piccole brocche come fossimo cuoche di rinomati ristoranti. piccoli contenitori di rame e metallo, con i manici di plastica nera, cucchiai venuti da chissà dove e piccoli mestoli di plastica. Ore e ore a mescolare, versare e far finta di assaggiare  l'intruglio elaborato e per noi altamente sofisticato. Liquido, molto liquido, poco liquido, denso e molto denso. Risate burrascose. Divertimento puro, con poco e niente.

Polpette di pesce

In questi giorni di libertà provvisoria ho cucinato, o meglio, ho dedicato qualche minuto alla sperimentazione di qualche nuova ricetta. Da GialloZafferano ho estrapolato le Polpette di Pesce, con i seguenti ingredienti: 1 ciuffo di prezzemolo 1 spicchio d'aglio Timo qb Pepe qb Sale qb 700 gr di filetto di merluzzo pane, mollica 100 gr Farina qb Parmigiano 80 gr Inserire nel tritatutto la mollica, il formaggio, il timo, il pepe, il sale e il prezzemolo. Inserire per qualche secondo anche il merluzzo tagliato precedentemente a pezzettini. Mescolare le uova sbattute e creare un unico impasto per poi formare con le mani delle palline (io le ho fatte piccole ma la dimensione è soggettiva). Infarinarle. Per cuocerle si possono mettere in forno a 180° per 25/30 minuti ma è possibile friggerle in una pentola con dell'olio di semi (dipende dalle calorie che si vogliono ingerire) Spettacolo.

Puzzle

R torna a casa, dopo 5 giorni di vita senza di me. I primi 5 giorni senza mamma e papa'. Il cucciolo diventa grande e se la cava. La sopravvivenza e' nostra più che sua e per proteggerlo ci dimentichiamo di quanto il tempo sia inesorabilmente veloce. Io, nel frattempo ho cercato di non pensare, di non abbandonarmi, di fare tutte quelle cose che non riesco a fare facilmente con lui. Cose da donne, per non sentirmi troppo vecchia e malandata. Un relax veloce, senza pretese, io e L siamo tornati anche  un po' fidanzati, senza la spensieratezza di un tempo ma con quella tranquillità che abbiamo stentato a riconoscere. Poi venerdì siamo scappati da questa cappa di afa, scappati per un viaggio di tre ore ancora in due, scappati per respirare meglio e riprenderci un po' di sole sano. Il nostro bambino ci aspettava in quelle spiagge che io stessa avevo tanto amato e con quella furbizia che lo contraddistingue, quando ci ha visto, si è buttato a terra, si è lasciato baciare e

Senza pace

Rossetto rosso, sbavato, tutte le mattine, prima di uscire per la spesa. I gambaletti sotto la gonna, le scarpe con un filo di tacco. I pavimenti lavati ogni mattina, la casa sempre in ordine, il letto senza una piega fino all'ultima mattina. Occhiali grandi in un viso che diventava sempre più piccolo, il sorriso che ti accoglieva con forza in qualsiasi momento della giornata. Le sue gioie erano le felicità degli altri, i racconti dei nipoti, il Milan che vince, R che gioca con le macchinine nella sua casa ordinata, i panni stirati perfettamente, le sigarette nelle dita ossute. Gioie di tutti i giorni. Senza disturbare nessuno, senza chiedere mai niente, senza preoccupare mai nessuno. E io, senza rendermi conto, ho vissuto del suo ossigeno, dei suoi sorrisi, delle sue attenzioni, delle sue carezze. Sono corsa da lei ogni giorno, per vederla, perché non ne potevo fare a meno, perché tutto mi sembrava meno difficile, perché tutto aveva più senso. Sento ancora le sue mani nelle m

Sotto la Pioggia

Sono una persona che si annulla nella tristezza, mi concedo completamente alla tragedia, alla non reazione del fisico, all'annientamento dell'anima. Oggi devo affrontare l'idea della morte di una persona a cui non so rinunciare e sento che potrei cadere da un momento all'altro, in qualsiasi istante della giornata. Un tonfo. Caduta, svenuta, il pavimento gelido attaccato al viso, la consapevolezza che almeno per un po' questo mondo smetterà di girare e i miei pensieri non si infileranno più uno sopra l'altro con quell'insistenza che mi punge il cervello. Due minuti e poi si ricomincia. Flash. In nero, grigio, nero. E tutto quello che ho in mente è qui. O forse no. Mi strugge pensare che lei si immagini ancora un futuro che non avrà, mi uccide pensare all'attimo in cui capirà che ci sta lasciando, sono terrorizzata dalla paura che proverà in quel frangente, non so smettere di piangere improvvisamente e ovunque. Trentasei anni di vita con lei a fianc

La Vita Oscena - Aldo Nove

Un libro crudo, un libro a tratti. Dolore, inaudito quanto violento, la morte senza soluzione. Un adolescente che diventa uomo, domande a cui non sa rispondere, il vuoto attorno a sè. Una solitudine immensa che mi ha spaventata. Le pagine diventano mattoni ma non per la monotonia quanto per la pienezza della scrittura, per la facilità di percezione delle cose che gli accadono attorno. Poi il rito di abiezione attraverso la droga, il sesso, la perdita di qualsiasi valore morale, la ricerca della sconfitta fisica. Un piccolo assaggio: "L'istante più impossibile. E' la dolcezza di un luogo che non può esistere eppure hai fatto tuo, ci perseveri nel tempo lasciando fuori calendari e amicizie, parentele e appuntamenti, con una boria che non ha pari e facendo silenzio ti culla lontano dagli schiamazzi del mondo, dalle sue assurdità che diventano storia. Che stessi impazzendo non aveva nulla di rilevante in un mondo che non aveva perduto senso oppure ne aveva troppo da pote

Dentro

Tutto ad un tratto qualcosa non torna. Come un puzzle con un pezzo mancante, un equilibrista senza equilibrio, un libro senza le prime pagine. La verità è che non sarò mai pronta a rinunciare a lei, il mio porto sicuro, la persona che mi ha sempre accolta, difesa, amata. Non sono abbastanza forte nemmeno per continuare a vederla in un letto d'ospedale, nemmeno per fingere che tutto andrà bene, nemmeno per darle coraggio. Io non lo so cosa si deve fare in questi momenti, pregare chi e che cosa, ma lassù qualcuno giudicherà questa disperazione  che  rapisce l'anima, qualcuno provvederà affinché si delinei una strada precisa, qualcuno l'aiuterà a sentirsi meno sola. Stasera sento freddo. Dentro.

Non sopporto

Non sopporto l'ignoranza, un "dovrei" anziché un "dovessi", le cose dette tanto per dire, la diarrea verbale, l'uso improprio dei gesti, l'ottusità, la stoltezza, lo smalto smaccato, le valigie brutte, le donne che non vanno dal parrucchiere, le donne che non sanno abbinare gli accessori, le donne che non si lavano, i denti gialli, il frigorifero che puzza, le posate non pulite, i resti di dentifricio nel lavandino del bagno. Non sopporto L. quando beve direttamente dalla bottiglia dell'estathè, lo starnuto di mio padre (una tromba d'aria), non sopporto il vicino che mi guarda in casa la sera, i 20 gatti di D., i giardini incolti, la buccia di banana di V. lasciata sul tavolino della sala, l'espressione di disappunto sul volto di mia madre, i colleghi che bisbigliano, le commesse in assalto - cliente, gli uomini che fischiano al passaggio di una donna, i guidatori della domenica, l'alito di B., la camminata di G. La giornata inizia b

Talento

Week-end da Italiani Medi, Romagna, poca aria, spiagge zeppe di ombrelloni e lettini, mare senza speranza. L. si sente rinvigorito e in uno dei suoi mille discorsi mi dice che sarebbe meglio canalizzassi il mio talento. Sono perplessa. Quale talento? La risposta non c'è. Presumibilmente dovrei trovarla  io. " Certo è che questo lavoro ti uccide l'anima" - dice - e forse è vero. Non so ancora cosa farò da grande, ma la data di scadenza è dietro l'angolo. A volte mi sembra che l'acqua stia salendo fino alla gola, in altri momenti credo di avere ancora molto tempo, prima o poi arriverà un'illuminazione che mi lascerà folgorata. Aspetto e intanto penso. Apro un negozio di scarpe (sicuramente ne avrei tantissime), oppure un'agenzia di viaggio (vedrei dei bellissimi posti)... un'agenzia che organizza matrimoni? (sarei una jennifer lopez un po' fuori forma) se diventassi una personal shopper? (sarei super brava con il portafoglio degli altri)

Malli, Mallina, Manopola, Mari. Un Inno breve.

Lei è quella che ad un certo punto ha aperto le braccia al mondo ed è volata via. Nel senso effettivo della cosa. A dire il vero ha provato, per un certo lasso di tempo, ad avere un piede sulla penisola e un piede in aria. Poi la scelta è diventata un obbligo. Il cuore le batteva così forte che non ha saputo resistere. Quando l'ho conosciuta non avrebbe mai pensato di poter passare la sua vita lontana da brembiocity. Tutto il suo mondo era lì, in un pugno. Ma io la osservavo spesso e sapevo che la sua vita sarebbe cambiata, o meglio, che le sue capacità l'avrebbero cambiata. Poi ci si è messo anche il destino, gli incontri, le situazioni, ma la sua testa girava troppo velocemente per rimanere in questo piccolo spazio lodigiano. I suoi successi mi hanno provocato una sorta di soddisfazione innata, ho pensato : "finalmente una persona che fa andare tutto per il verso giusto, finalmente una persona che è totalmente padrona della sua vita e che fa quello che ha sempre desi

Spesa

Mi sono ridotta a fare la spesa online. Credo che peggio di così non si possa fare. Eppure non avevo altre soluzioni, per riuscire a godermi la pausa pranzo, per non sudare (e per non infilare ogni mattina nella borsa una maglietta di ricambio), per non dover tornare anche il giorno dopo al supermercato (inevitabilmente dimentico il biglietto con la lista e dimentico almeno 10 articoli), per non impazzire dalla fame e rischiare di mangiare qualsiasi cosa, per respirare. Ma che tristezza. Il video al posto di tanti scaffali e la tastiera al posto del carrello. Ma che tristezza. "In qualche modo bisogna pur fare", mi dico. Ma che tristezza. Però ringrazio comunque Esselunga. Con il tempo risparmiato ingrasso ancora un po', sono meno nervosa, spendo meno e non sudo in pausa pranzo. Ma che tristezza la tastiera.

2

Due anni fa. Caldo e afa, come oggi La corsa verso la sala operatoria, la paura che qualcosa non andasse per il verso giusto. Il viso contratto dei medici. Poi il pianto liberatorio. Vedo per la prima volta il mio bambino, raggomitolato tra le braccia dell'ostetrica.  Ci osserviamo per un istante e basta per pensare che sarà per sempre. La purezza di quell'attimo è immensa.

Ritorno

Ritorno dal paese dei balocchi, dove c'era luce sale, sabbia, mare e sole, al buio solo suoni, luci, frastuono, merletti e mojito. Ritorno alla realtà che è sempre così dura, sembra di essere schiaffeggiata ogni volta. Ritorno all'afa. Ritorno a vedere poco R e L. Ritorno alla stanchezza. Ritorno a perdere l'abbronzatura, il buonumore. Sconcertata dal fatto che una vacanza possa durare una sola settimana, felice di poterne fare ancora. Come tutti i ritorni depressi provo ad immaginare come sarebbe se riuscissimo a cambiare vita, aprire una piccola attività in un posto di vacanza o semplicemente in un posto diverso da qui. Mi areno in mille pensieri concatenati. Mi crogiolo nella fantasia. Giusto per non sentirmi tanto triste. Che la vita è felice anche qui. Però se le vacanze fossero un po' più lunghe...

Palma di un Miraggio

La vera vacanza inizia all'aereoporto, in nessun altro luogo mi sento così libera e perfettamente a mio agio. Chissà poi perchè. Potrei essere una semplice spettatrice, sedermi su una poltroncina e attendere, osservare, ascoltare l'assiduo rumore delle valigie in corsa, proiettate verso i rulli rotanti. In estate è quasi surreale. Viaggiatori casuali, impazziti, terrorizzati, assordanti, felici, frenetici e inconsapevoli. Lacrime, sorrisi, abbracci...  Sabato tocca a noi. Un viaggio piccolo, da italiani medi. Un po' di chiasso, quanto basta, in 6 con tre bimbi, 6 valigie, qualche zaino, caramelle, giochi, canzoni e un po' di libertà. Au revoir, à bientot j'espère.

Serendipity - visione del10 giugno 2011

"Puoi imparare tutta la matematica dell'universo, ma fai volare una nave che non ami. e lei si libererà di te, sicuro come la rotazione dei pianeti. E' l'amore che le impedisce di cadere, che ti dice che è ferita prima che si lamenti. La rende una casa."     (Peter Chelsom)

E' giugno o forse ottobre

Mi chiedevo se fosse lecito fare un bilancio della propria vita a 35 anni. Insomma, sono diventata la donna che mi aspettavo di diventare oppure mi sono lasciata trascinare dagli eventi? Ho realizzato i miei sogni o sono ancora chiusi nel cassetto? Le persone che ho accanto sono quelle che avrei voluto? Vivo in una città che sento mia o non sono stata capace di andarmene? Devo dire che non è una serata idilliaca per trovare risposte ed essere obiettiva, nonostante la stagione imporrebbe la ricerca del fresco ad ogni costo, ho una copertina che mi scalda i piedi nelle infradito e guardo un film natalizio, catalogato nella sezione "la vita è una favola rosa". A questo punto mi rendo conto di non sapere molte cose, quando ero un po' più piccina ero molto più saggia e meno fatalista. Dicevo che avrei fatto la stilista, poi la giornalista, la scrittrice. poi più nulla. Volevo vivere lontano da qui. ripartire da qualcosa che non era mio, cercare una strada più tortuosa. Per

da Lassù

La vita di Carla è ferma in un letto di ospedale. Il suo fisico si confonde con il letto e i contorni non si identificano più. E' stanca, dice che vuole venire a casa, guardare la televisione, il televideo. Vorrei essere più presente, avere più tempo, darle più gioia. Vorrei che il fisico le consentisse un po' di tregua, che le facesse vivere gli ultimi anni della sua vita con dignità, indipendenza, speranza. Una piccola preghierina, in alto nel cielo, con le mani giunte, in ginocchio, come vuoi, se mi ascolti ancora da lassù. Un piccolo aiuto. Una speranza.

E per concludere una tazza in testa

La mano sollevata verso l'alto. Le ciotole dietro la tazza, azzurra, con lettere impresse nella ceramica. Penso: "Qui dentro c'è troppa roba" Poi è un attimo. La tazza mi scivola di mano. R. è proprio lì sotto. Comincia a urlare, penso di avergli spaccato la testa. E' solo una botta, niente tagli. L'Arnica mi salva la vita, l'umore, attenua i sensi di colpa e da sollievo alla sua tempia che pulsa al tatto. Mi viene da piangere. Da aggiungere ai numerosi disastri. Sigh, sigh. (Effettivamente non ricordo che mia mamma mi abbia mai spaccato una tazza sulla testa)

I genitori sbagliati

Non sappiamo fare i genitori. Ormai è un dato di fatto. Contraddizioni, incapacità alla comprensione e al dialogo, lessico inappropriato, disattenzione cronica, televisione alla mano. Un disastro. Ieri l'ennesima scenata di L., motivazione corretta ma tempi e modi sbagliati. Confusione. R. che piange e urla, come fosse un adulto, io che osservo senza fiatare. Ricordo il fastidio che provavo quando ero piccola vedendo mio padre urlare e la rassegnazione di  mia madre che se ne stava in un angolo, aspettando che la tempesta passasse. Poi la stanchezza di ripetere sempre le stesse cose, di capire che il prezzo di un lavoro sbagliato si riflette nella vita privata con la stessa velocità, metodicità e cadenza di sempre. Nervi sempre a fior di pelle e mai sereni. Intanto R. guarda, capisce, piange e mi abbraccia. I bambini non portano rancore, è per quello che la loro intellingenza, spesso, supera la nostra.

Almeno 20 (Sigarette)

La nonna trasuda fumo. Avvinghiata alla sua sigaretta controlla con impazienza l'orario. La giornata è piena di orari e appuntamenti. Alle 6.00 apre le finestre. Siga. Alle 7.30 quando suonano le campane,  attraversa il cortile. Alle 8.00 stende al sole i panni. Siga. Alle 9.00  lava i pavimenti di casa. Siga. Alle 9.30 visita il supermercato, il  tabaccaio e l'edicola. Siga. Pausa telefilm del mattino e news su Milan Channel. Siga. A mezzogiorno in punto non dimentica il rito del pranzo e successivamente il rito della Sigadeldopopranzo. Poi arriva R che gioca con le macchinine nella stanza a fianco. Quando R decide che è ora di andare lei si sdraia sul divano e riposa. Intorno alle 15.00 la nonna è in cucina mentre stira e fuma una sigaretta passiva che si consuma nel posacenere a fianco. Panni stirati e fumanti pronti in breve tempo, da sempre. Poi di nuovo il divano, sky e l'intrattenimento, televideo e le tragedie dell'ultimo minuto, un'occhiata veloce al mete

Djerba

Il profumo della Lavanderia di Djerba riaffiora improvvisamente. Marsiglia? BiancoCotone? Lavanda? Un mix di tutto credo. L'ultima volta che l'ho sentito è stato alla Locanda dei Sapori, il tovagliolo portato alla bocca e un mondo che si apre. Dopo così tanti anni è diventato una cosa concreta, come se fosse un'immagine, calcificata nelle mie ossa, indelebile. E poi il mare, la Betty e Marzia, Gianluca che non ho più trovato, i mille volti immersi in un paese che rinascerà ancora 100 volte. Le strade senza asfalto, i taxi assimetrici, la sabbia fine che entra ovunque, l'argento scuro, il cielo immenso delle notti senza fine. Djerba non torna più. Lo so solo ora, mentre aspetto quel profumo, tra mille carte, numeri e parole.

"Sui Figli"

Autore: Kahlil Gibran "Sui Figli" E una donna che stringeva un bambino al seno disse: Parlaci dei Figli Ed egli rispose: Sono lo strumento perfetto del divino: l’espressione vivente forgiato dal suo unico "pensiero". E i figli sono le risposte che la vita dona ad ognuno di noi. Sono loro l’essenza del vostro sorriso. Sono sangue e carne della vostra carne ma non il vostro sangue e la vostra carne. Loro sono i figli e le figlie della fame che la vita ha di se stessa. Attraverso di voi giungono, ma non da voi. E benché vivano con voi, non vi appartengono. Affidategli tutto il vostro amore ma non i vostri pensieri: Essi hanno i loro pensieri. Potete offrire rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime: Esse abitano la casa del domani, che non vi sarà concesso visitare neppure in sogno. Potete tentare di essere simili a loro, ma non farli simili a voi: La vita è una strada che sempre procede in avanti e mai si ferma sul passato. Voi siete gli archi

Pietro 22

Nasce Pietro, piccolo ma non troppo, tanto stanco ma felice di essere finalmente abbracciato dalla mamma Francesca, un tempo nobile e agguerrita "cavalla" di Palma. Nasce Pietro, il giorno 22, bellissimo numero per vedere la prima luce. Nasce Pietro, tenue respiro di un mondo che ancora non conosce. Nasce Pietro, un maschietto in mezzo a tante donne forti e solidali. Nasce Pietro, sicuramente felice e appena possibile sorridente. E' tanto bello accoglierti che sembra stupido volerlo scrivere.

Un anno da

Sei ancora nella nostra vita, in un modo tanto intenso quanto superbo. Credo non sia passato un giorno senza averti pensato, senza aver creduto che non fosse accaduto veramente. Per un certo periodo sentivo la tua presenza e avevo la sensazione che anche R ti vedesse. Indicava improvvisamente un punto a caso e rideva. Anche L . rideva di me, diceva che sono pazza e che mio figlio aveva preso i miei geni. Eppure era come se osservassi ancora la nostra vita da vicino, come se ridessi, come se ci camminassi accanto. Una sensazione strana, una presenza costante. Adesso non più, credo che il tuo tempo qui sia terminato, magari hai qualcosa di meglio da fare, o qualcuno di più divertente da osservare. Ma ci manchi.

Zia Mame

Ho finito il libro questa mattina, in uno scorcio di silenzio attendendo il risveglio di R. Zia Mame è un personaggio esilarante, mi piacerebbe pensare che sia realmente esistito, insieme a Ito, Vera e tutto il resto. Una scrittura scorrevole, un mondo di aggettivi e frasi abbinate perfettamente, niente di troppo paradossale e soprattutto la storia americana vista dagli occhi di una donna senza età. Che bello poter essere Zia Mame! Un'icona gay ante litteram, gli anni 50 del Greenwich Village (si scrive così?) di New York, che spettacolo... In più scopro che Patrick Dennis è solamente uno pseudonimo, lui è un certo Edward Tanner III, un aitante aristocratico dalla vita bizzarra...  Voto 8

Lascio a te queste impronte sulla terra

"Lascio a te queste impronte sulla terra tenere dolci, che si possa dire: qui è passata una gemma o una tempesta, una donna che avida di dire disse cose notturne e delicate, una donna che non fu mai amata. Qui passò forse una furiosa bestia avida sete che dette tempesta a ogni terra, a ogni clima, al firmamento, ma qui passò soltanto il mio tormento." Alda Merini

La Luna Nera

Cancro. Luna Storta. Oggi. Fuori piove infinitamente . Senza interruzione da ore, vento freddo e pungente. Sembra novembre e invece siamo a pochi passi dalla primavera. Se oggi potessi andrei al mare, lascerei questa scrivania e andrei a respirare un po' di aria buona. La spiaggia mi calma, mi crea una sensazione di libertà che mi manca da tanto tempo. Briglie sciolte. Questa mattina mi sono alzata e ho sentito questo fuoco che mi saliva dai piedi. Mi dico che sarò felice quando arriverò a casa e chiuderò la porta. Con R che chiede attenzione e L che parla di lavoro. E in pausa pranzo devo anche fare la spesa. Nemmeno le pause pranzo sono più le stesse. Erano belle quelle con Mari (Auguri! oggi è il suo compleanno), quando non si parlava mai di lavoro ma di tante sciocchezze e pettegolezzi , di cose dette, fatte, ridette e rifatte. La malinconia è il contorno perfetto. Oggi, che fatica!

Torta salata

ESPERIMENTO CULINARIO: LE MIE CAVIE ELENA E DAVIDE, 13 MARZO 2011 Ingredienti: 1 sfoglia Buitoni 1 Mozzarella per Pizza Olive nere 1 conf . di crescenza 1 etto prosciutto cotto Stendere la sfoglia con la carta da forno nella teglia, sulla base appoggiare il prosciutto cotto a fette. Tagliare la mozzarella a fette sottili, appoggiarla al prosciutto cotto e spargervi sopra la crescenza. Il tocco finale sono le olive nere a volontà (tagliate a metà) sparse a piacere. Infornare a 180° per 30 minuti (forno ventilato). Spettacolo

Un'emozione

Ecco. Veramente ero emozionata da giorni ma non avrei mai creduto di esserne così coinvolta. Un figlio è una cosa che ti sconvolge ma il tempo della felicità è completamente sovrastato dal turbinio di tutte le cose che devi fare e dalla responsabilità . Invece il primo nipotino ti lascia la libertà di gioire, di respirare a pieni polmoni, vibrare a qualche metro da terra perché è tutto solo bello. Edoardo è proprio splendido, siamo liberi di amarlo e viziarlo incondizionatamente , siamo liberi di essere zii adoranti e solo sorridenti. Benvenuto Edoardo....

La disfatta di uno jogurt (e del suo cucchiaio)

Lo Yomo mi guarda perplesso, sotto i riflettori di un frigorifero poco prolifero. MI dice "prendimi!" ma senza troppa enfasi. Io penso che non sia la soluzione ai miei problemi ma potrebbe essere l'inizio di una scalata al successo. In fondo non è bianco è alla fragola, penso, ma non mi basta. E' fresco, penso, ma questo gennaio è gelido. E' sano, penso, ma il mio colesterolo è ancora a regime. E' una quantità media, penso, ma forse non sufficiente. Lo guardo più attentamente, avvicino gli occhi alla confezione, solo 98 calorie o giù di lì. Per una cena troppo poche, per un dessert dopo carne e verdure veramente troppe. Se fosse mattina andrebbe meglio. Peccato è sera. Chiudo lo sportello del frigorifero. Forse fra qualche ora andrà meglio.

Tito

Mentre R si appresta a scalare il seggiolone, dicendo "Tito, Tito" (il risotto è fumante e lui vorrebbe dire Buon Appettito), L mi guarda e dice: "come avremmo fatto senza quell'essere lì?" Io rispondo che veramente non lo so, non ne ho la minima idea. E' così che mi rendo conto di essere felice.