La vita a volte ti si rigira addosso come un boomerang preso nella pancia mentre la mano allungata manca la presa. Del resto il lancio perfetto prevede un vento lieve, un'impugnatura come fosse una racchetta da tennis, un lancio come fosse una palla da baseball, orizzontale, non troppo alto e non troppo basso. Un boomerang, le prime volte, va e non torna più. Lo si lancia come un fresbee e lo si raccoglie per terra, come se fosse a pezzi, come fosse ferito. I campi aperti non bastano mai. Lo si aspetta mentre il volo fluttuante è sconnesso, ondeggiante, come succede alle persone, quando barcollano e si accasciano ovunque ci si possa fermare. Perchè ad un tratto è così che capita. Ho raccolto i cocci, rotti, per così tanto tempo che mi sono graffiata le mani, perchè se andassi oltre e fossi a piedi nudi mi ferirei persino quelli. E senza i piedi non si va da nessuna parte. Nemmeno a raccogliere il boomerang. Nemmeno a raccogliere i cocci che oggi sono i miei. La verità...