Come quando, alla fine, stai lì e guardi, quello che finisce e quello inizia, alla fine della giornata e alla fine del mondo, in generale.
Come quando non lo sai più quante cose hai fatto e quante cose farai e quante cose ancora non sono. Come quando hai paura che questo tempo di mezzo ad un tratto possa finire, in quel modo, così improvviso, di invadenza e sopravvento.
Di un addio, di un modo che tanto insapore poi non è.
Le parole, non le ho proprio più.
E mentre i miei piedi finiscono sotto l'acqua della doccia penso che qualcosa non stia andando per il verso giusto.
Quello che mi sta accadendo è qualcosa che ha a che fare con le aspettative.
Come indossare un vestito che è sempre stato perfetto e sentire uno strappo proprio lì, nel punto dove il tessuto si tira senza allargarsi a sufficienza.
Le aspettative stanno alle delusioni come il pane sta alla Nutella.
Dove la mollica si impregna di cioccolato.
E' un'alchimia perfetta.
Tutto è stretto, i vestiti sono solo l'apice dell'insuccesso (se gli abiti di Arisa e Emma pronunciassero parole sarebbero bestemmie).
Provare dolore è inesorabile ma non tutti soffrono.
La mente perduta è anche PerdutaMente instabile.
Ho citato ad un amico una frase di Roberto Gervaso "Il fascino è bellezza aromatizzata".
Non c'entra niente ma avevo voglia di scriverlo.
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