Le parole che non trovo più hanno la distanza di centocinquantaquattro giorni e tremilaseicentonovantasei ore.Tutte d'un fiato.
Le parole che non ho più hanno le sembianze di una schiena nuda, di mani senza smalto, di piedi freddi dentro le scarpe, di pelle liscia senza nei.
Le parole che non ho più sono come le sigarette accese con il vento.
Sono la mia voce stridula quando urlo una canzone, senza ritmo né intonazione.
Le parole che non trovo sono nel cassetto dei vestiti di mia nonna, nel cellophane trasparente, conservati come se avesse ancora le mani sulla mia testa.
Sono nella pioggia fine di ottobre, nelle scarpe da calcio sporche di terra vicino ad un pallone, nella luce fioca del mattino, nelle castagne cadute senza riccio.
Le parole che non trovo sono dure come il cemento di mio padre, nel giardino di casa. Sono grette come un complimento. Sono piene di lacrime amare e sorrisi trattenuti.
Sono nelle ultime file dei pullman di linea, sono nell'intervallo al cinema e a scuola.
Le parole che non trovo sono la fatica del giorno e la stanchezza della sera.
Sono solo fiato.
Fiato che si mischia ad altro fiato.
Devo ricordarmelo.
Come quando mia nonna diceva A volte è sempre domani, anche quando vorresti fosse un po' più oggi.
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