Mi chiedevo se fosse lecito fare un bilancio della propria vita a 35 anni. Insomma, sono diventata la donna che mi aspettavo di diventare oppure mi sono lasciata trascinare dagli eventi? Ho realizzato i miei sogni o sono ancora chiusi nel cassetto? Le persone che ho accanto sono quelle che avrei voluto? Vivo in una città che sento mia o non sono stata capace di andarmene?
Devo dire che non è una serata idilliaca per trovare risposte ed essere obiettiva, nonostante la stagione imporrebbe la ricerca del fresco ad ogni costo, ho una copertina che mi scalda i piedi nelle infradito e guardo un film natalizio, catalogato nella sezione "la vita è una favola rosa".
A questo punto mi rendo conto di non sapere molte cose, quando ero un po' più piccina ero molto più saggia e meno fatalista. Dicevo che avrei fatto la stilista, poi la giornalista, la scrittrice. poi più nulla. Volevo vivere lontano da qui. ripartire da qualcosa che non era mio, cercare una strada più tortuosa. Per un periodo ci sono anche riuscita ma sono tornata di nuovo.
Ho anche perso qualcuno per strada, persone di cui ho una nostalgia pura, persone che probabilmente non rivedrò più. Il vero problema è che non mi sono mai resa conto che quell'ultimo istante vissuto sarebbe stato l'ultimo. Pensavo stupidamente ce ne sarebbero stati mille altri, credevo che il legame profondo delle situazioni condivise avrebbe legato me a loro per sempre. Ho amato quell'illusione per molto, molto tempo.
In conclusione non ho alcuna risposta, semplicemente sono l'artefice di ogni bene e di ogni danno in questo mio lento camminare.
Un altro tuono e infilo nuovamente i piedi nudi sotto la coperta.
E' giugno ma sembra ottobre. Che confusione.
Devo dire che non è una serata idilliaca per trovare risposte ed essere obiettiva, nonostante la stagione imporrebbe la ricerca del fresco ad ogni costo, ho una copertina che mi scalda i piedi nelle infradito e guardo un film natalizio, catalogato nella sezione "la vita è una favola rosa".
A questo punto mi rendo conto di non sapere molte cose, quando ero un po' più piccina ero molto più saggia e meno fatalista. Dicevo che avrei fatto la stilista, poi la giornalista, la scrittrice. poi più nulla. Volevo vivere lontano da qui. ripartire da qualcosa che non era mio, cercare una strada più tortuosa. Per un periodo ci sono anche riuscita ma sono tornata di nuovo.
Ho anche perso qualcuno per strada, persone di cui ho una nostalgia pura, persone che probabilmente non rivedrò più. Il vero problema è che non mi sono mai resa conto che quell'ultimo istante vissuto sarebbe stato l'ultimo. Pensavo stupidamente ce ne sarebbero stati mille altri, credevo che il legame profondo delle situazioni condivise avrebbe legato me a loro per sempre. Ho amato quell'illusione per molto, molto tempo.
In conclusione non ho alcuna risposta, semplicemente sono l'artefice di ogni bene e di ogni danno in questo mio lento camminare.
Un altro tuono e infilo nuovamente i piedi nudi sotto la coperta.
E' giugno ma sembra ottobre. Che confusione.
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