Quando penso ci possa essere la possibilità di stare accecati al sole, in inverno e in estate, ad aspettare che il mondo passi, che la vita passi, che passino pure le incazzature, che passi tutto quello che deve passare, mi viene un groppo in gola.
Sto perdendo tempo.
Torna persino il Bianconiglio di Alice.
E' tardi.
E' tardi.
E' tardi.
Sbrigati che la vita passa.
E devi finire quello che hai iniziato.
Una promessa è una promessa.
Succede sempre così.
Ti addormenti qualche minuto prima di quello che vorresti e ti svegli con il collo storto, i capelli strofinati e una ruga in più.
Si, lo so.
Mi darei un abbraccio.
E' morto un ragazzo, da queste parti, qualche giorno fa.
Aveva un anno più di me.
L'ultima volta che l'ho visto era estate, mi aveva detto ciao con la sua bimba sulle spalle.
Rideva.
Ho pensato fosse bello.
Bello come quando aveva vent'anni e i capelli un po' più lunghi.
Bello come l'estate passata e il caldo sulla pelle.
Bello perché rideva con la bocca e con gli occhi.
Io non lo so se c'è un Dio, lassù.
Ma se ci fosse, qualcosa non torna.
Forse è più umano di quanto non ci si immagini.
Quindi ingiusto.
Quindi sbagliato, disattento.
Quindi freddo, quindi instabile.
Quindi consapevole che la vita non debba essere uguale per tutti.
Forse la mia fede non è sufficiente.
Forse siamo un numero della lotteria.
Qualcuno vince, qualcuno perde.
L'imperfezione.
La nostra vita è imperfetta, le nostre mani che scorrono veloci, la nostra bocca e il nostro amore.
E' imperfetto anche il nostro Dio e quello degli altri.
E' imperfetta la mia fede.
Imperfetto un racconto, imperfetto il disegno delle nostre scelte.
Imperfetto ciò che non sappiamo controllare.
Chi conosce la verità, la conosce, e chi la conosce, conosce l'eternità. (Sant'Agostino)
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