Coincidenze. Chiamale pure così. Che tanto ci sta.
Ho trovato questa frase in un mercato tunisino, era il 1997, accompagnavo gli ospiti per una piccola escursione. Si parlava molto il francese, c'erano tanti libri gialli provenienti da chissà dove, alcuni originali e altri ben poco. Cercavo Marguerite, tanto per cambiare, per non trovarla e non smentirmi. Poi i segnalibri. Sparsi. Plastificati. La vedo impressa in mezzo ad un centinaio. Diceva così: La structure de l’aile du frelon, par rapport à son poids, n’est pas adapté pour le vol, mais il ne sait pas et vole de toute façon - Einstein. E aveva già un suono. Anche se non sembra essere attribuita al fisico sopracitato.
Quanti dinari vale una frase così se poi ti resta nel cervello per sempre?
Non quantificabile, perché diventa ricordo, riflessione, amica, conforto, coincidenza, sorpresa.
E poi che bella tutta questa vita in una frase, scoperta in un mercato di odori e colori, dove la gente urla e ti veste per coprire pezzi di pelle non concessi.
Dove, in una confusione eccessiva, ad un segnalibro fa caso solo una come me, malata di dettagli, perché sono quelli, che ti fregano, ad un certo punto.
Bella vita di coincidenze.
Come un calabrone, che vola lento, che vola in alto, sfidando la gravità. Con tutto quel peso. Ovunque. Le spalle aperte al mondo. Che Dio solo sa quanto costa, liberarsi in volo, di tutte le catene che ci tengono con i piedi ancorati a terra. Scappando lontano. Lentamente.
Zzzzzzzzzzz.
Tanto lo sai, quando non mi senti, come sto.
Sono coincidenze.
Chiamale pure così.
Che tanto ci sta.
Ho trovato questa frase in un mercato tunisino, era il 1997, accompagnavo gli ospiti per una piccola escursione. Si parlava molto il francese, c'erano tanti libri gialli provenienti da chissà dove, alcuni originali e altri ben poco. Cercavo Marguerite, tanto per cambiare, per non trovarla e non smentirmi. Poi i segnalibri. Sparsi. Plastificati. La vedo impressa in mezzo ad un centinaio. Diceva così: La structure de l’aile du frelon, par rapport à son poids, n’est pas adapté pour le vol, mais il ne sait pas et vole de toute façon - Einstein. E aveva già un suono. Anche se non sembra essere attribuita al fisico sopracitato.
Quanti dinari vale una frase così se poi ti resta nel cervello per sempre?
Non quantificabile, perché diventa ricordo, riflessione, amica, conforto, coincidenza, sorpresa.
E poi che bella tutta questa vita in una frase, scoperta in un mercato di odori e colori, dove la gente urla e ti veste per coprire pezzi di pelle non concessi.
Dove, in una confusione eccessiva, ad un segnalibro fa caso solo una come me, malata di dettagli, perché sono quelli, che ti fregano, ad un certo punto.
Bella vita di coincidenze.
Come un calabrone, che vola lento, che vola in alto, sfidando la gravità. Con tutto quel peso. Ovunque. Le spalle aperte al mondo. Che Dio solo sa quanto costa, liberarsi in volo, di tutte le catene che ci tengono con i piedi ancorati a terra. Scappando lontano. Lentamente.
Zzzzzzzzzzz.
Tanto lo sai, quando non mi senti, come sto.
Sono coincidenze.
Chiamale pure così.
Che tanto ci sta.
ma scusa sister, la frase del segnalibro che cercavi da tempo non era mica: "minga lunch chel tuca, minga largh chel sfunda, ma dur chel dura"?
RispondiEliminain alternativa: "quan l'è denter laura, quan l'è fora dindula"
A N I M A L E
EliminaVadaviaelcù slandrona di una sister
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