Va tutto bene. E' tutto a posto. Stiamo tutti bene.
Il 2014 inizia in silenzio. Se mi addormento sul tappeto significa che sono serena. Anche se parlo da sola, in continuazione, e magari gesticolo, come i matti. Quelli che trovi per strada o nei centri di cura. Mi faccio le domande e trovo le risposte, alzo gli occhi, sorrido e faccio come se parlassi con una persona intelligente, che mi capisce.
E' come se mi psicanalizzassi, come se dessi voce a tutti i pensieri che mi frullano per la testa, come se volessi ostinatamente sentire la mia voce.
Placo la mia angoscia esistenziale.
Ovunque.
Mi sento bene. Poi mi rendo conto e rido.
Come questa ossessione per le foto. Di me, di te, di tutti, di momenti, di attimi, di frammenti, di vita. Ricerco il particolare, di un viso, di un angolo, di cose strane. Che mi succedono.
Come svegliarsi e guardare la sveglia alle 5 e 49, non un minuto più e non un minuto meno, per tre giorni di fila, oppure controllare il telefono alle 11 e 11 di mattina, scoprire che il blocco è una data importante, senza saperlo. Coincidenze.
Cose strane, intendo. Tutti questi numeri che tornano.
Però si dai, possiamo farlo questo gioco e nessuno si farà male, io mi sveglierò come Alice in un paese colorato e impervio, come amico avrò un Coniglio Bianco con un orologio in mano e forse forse il Cappellaio Matto avrà l'espressione di un Pirata e non di un nano con le macchie arancioni.
Fervida immaginazione e un buon istinto, che è sempre utile.
Amici miei. Ho perso l'abitudine di essere esaustiva, ma qualcosa di mio e solo mio lo voglio avere.
Che ormai niente è più sicuro, nemmeno i diari con lucchetto in acciaio, dove si scrivevano i segreti di amori innocenti, dove si disegnavano immagini ricalcate e perfette, dove le dediche degli amici andavano al di là di ogni migliore previsione. Perché se con le due dita più piccole si pressava il centro del lucchetto, il click clik era a portata di udito.
Sempre avanti. Noi donne, guardiamo sempre in là.
E' per questo che ti aspetterò laggiù. Oltre il prato di Alice, oltre tutto quello che di buono e cattivo può esistere, dove l'età è ciò che di più preciso io possa avere.
Il 2014 inizia in silenzio. Se mi addormento sul tappeto significa che sono serena. Anche se parlo da sola, in continuazione, e magari gesticolo, come i matti. Quelli che trovi per strada o nei centri di cura. Mi faccio le domande e trovo le risposte, alzo gli occhi, sorrido e faccio come se parlassi con una persona intelligente, che mi capisce.
E' come se mi psicanalizzassi, come se dessi voce a tutti i pensieri che mi frullano per la testa, come se volessi ostinatamente sentire la mia voce.
Placo la mia angoscia esistenziale.
Ovunque.
Mi sento bene. Poi mi rendo conto e rido.
Come questa ossessione per le foto. Di me, di te, di tutti, di momenti, di attimi, di frammenti, di vita. Ricerco il particolare, di un viso, di un angolo, di cose strane. Che mi succedono.
Come svegliarsi e guardare la sveglia alle 5 e 49, non un minuto più e non un minuto meno, per tre giorni di fila, oppure controllare il telefono alle 11 e 11 di mattina, scoprire che il blocco è una data importante, senza saperlo. Coincidenze.
Cose strane, intendo. Tutti questi numeri che tornano.
Però si dai, possiamo farlo questo gioco e nessuno si farà male, io mi sveglierò come Alice in un paese colorato e impervio, come amico avrò un Coniglio Bianco con un orologio in mano e forse forse il Cappellaio Matto avrà l'espressione di un Pirata e non di un nano con le macchie arancioni.
Fervida immaginazione e un buon istinto, che è sempre utile.
Amici miei. Ho perso l'abitudine di essere esaustiva, ma qualcosa di mio e solo mio lo voglio avere.
Che ormai niente è più sicuro, nemmeno i diari con lucchetto in acciaio, dove si scrivevano i segreti di amori innocenti, dove si disegnavano immagini ricalcate e perfette, dove le dediche degli amici andavano al di là di ogni migliore previsione. Perché se con le due dita più piccole si pressava il centro del lucchetto, il click clik era a portata di udito.
Sempre avanti. Noi donne, guardiamo sempre in là.
E' per questo che ti aspetterò laggiù. Oltre il prato di Alice, oltre tutto quello che di buono e cattivo può esistere, dove l'età è ciò che di più preciso io possa avere.
Alice e la tana del bianconiglio.... Piccola rosa o blu direbbe Morpheus... Se te ghe de fa i numer te se gemò quela ta catá su..
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