La terza oasi cittadina più confortante in assoluto è la libreria. Qualsiasi libreria, l'unica condizione è che i commessi non ti saltino in groppa cercando di consigliare libri non consigliabili. Che poi scegliere un libro è una cosa di un momento, un po' come innamorarsi a prima vista e credere di non poterne fare a meno. E come tutte le cose è una questione di pelle. O mi piaci subito o mai (già detto, ridetto, scritto e riscritto).
In una delle tante ricerche di ristorazione della mente mi sono addentrata da Giunti, immensa, un po' disordinata ma le commesse sorridono e ti lasciano vagabondare. All'ingresso, posizionati su uno scaffale scintillante, trovo album rosa e fucsia, della serie TopModel, per ragazzine, bambine grandi e fanatiche dello shopping. Come vestire e creare abiti per modelle manga, su carta, tutto quello che occorre per ideare, colorare e immaginare di essere stiliste in carne ed ossa. Che bellezza. Roba fashion. Ho quasi voglia di comprarne uno. C'è quello per ideare magliette, quello per i vestiti da sera, quello per la tenuta dance. Tutto un mondo. E se ci ripenso, anche io, quando ero bimba, creavo i vestiti alle bambole di carta e passavo il gessetto sui disegni in rilievo di Gira la Moda. Che gioco figo. Chissà poi perché ho smesso. Mica me lo ricordo il passaggio dall'ideazione di vestiti all'essere adolescente complessata e non curante dei sogni. Sono cose che perdi, che non controlli. Ti ritrovi a stringere i glutei davanti allo specchio per vedere se c'è la cellulite ma ti dimentichi che hai una parte del tuo cervello in grado di macinare fantasia e creatività. E ti dimentichi di voler fare la stilista, ti dimentichi che un talento si può coltivare, ti convinci che uniformarti alla massa sia la cosa più giusta che ti possa capitare. Cose che non ti spieghi. O forse è questa la differenza tra un fuoriclasse e una persona normale. Ti uniformi se non sei una persona che spicca, se non hai le giuste doti, se non hai le giuste convinzioni. La dura verità è che forse non ci sono scusanti, l'appartenenza alla categoria delle persone comuni è sicuramente il mio caso.
Merda. Adesso che l'ho dichiarato dovrei sentirmi meglio ma non è proprio così.
Che schifo di post che ho scritto. Forse era meglio polemizzare ancora, come ieri (Polemiche sul Concorso Senza Merito). Almeno mi si può definire normale ma stronza.
Tiè.
Per la cronaca, se qualcuno si fosse chiesto qual è il podio delle oasi di città... Al primo posto c'è l'areoporto (lo so che si scrive aeroporto, ma io proprio non lo so dire, così lo scrivo come lo pronuncio), al secondo posto ci sono i negozi di scarpe, ovviamente quelli in cui le commesse non ti saltano in groppa e dove puoi provare anche dieci paia di scarpe, permetterti di non comprarle e uscire in sordina.
Merda. Adesso che l'ho dichiarato dovrei sentirmi meglio ma non è proprio così.
Che schifo di post che ho scritto. Forse era meglio polemizzare ancora, come ieri (Polemiche sul Concorso Senza Merito). Almeno mi si può definire normale ma stronza.
Tiè.
Per la cronaca, se qualcuno si fosse chiesto qual è il podio delle oasi di città... Al primo posto c'è l'areoporto (lo so che si scrive aeroporto, ma io proprio non lo so dire, così lo scrivo come lo pronuncio), al secondo posto ci sono i negozi di scarpe, ovviamente quelli in cui le commesse non ti saltano in groppa e dove puoi provare anche dieci paia di scarpe, permetterti di non comprarle e uscire in sordina.
CONFUTO: al prim post ghe el cess: luogo di democrazia dove diventiamo tutti uguali e tutti torniamo ad essere animali Darwiniani quali in fondo in fondo siamo. Puoi leggere, giocare con il telefono/tablet, suonare, fumare, controllare punti del tuo corpo che non sai nemmeno che esistevano, perderti guardando il vuoto senza pensare a nulla con la stessa enfasi delle mucche che guardano il treno passare.
RispondiEliminaal secund post: casa propria quando sei solo. giri come mamma t'ha fatto, ti scaccoli, rutti o fai rumori strani fastidiosi, parli per conto tuo utilizzando il linguaggio egocentrico dei bambini, ma soprattutto, nessuno ti rompe le balle o ti chiede qualcosa.
ters post: ti sdrai sull'erba e giochi con quello che ti capita, lanci i sassolini contro un bersaglio che vedi solo tu, ti perdi nel guardare le formiche, guardi le nuvole pensando a disegni fantascentifici (tipo macchie di inchiostro dello psichiatra), Evito il mare, troppo banale... poi se passano un paio di chiappe si torna al punto zero Darwiniano.
Libreria? se l'è... la cunusi no