Poi capita che torni e Linate è tutto grigio. La gente corre improvvisamente, adatto i miei piedi come si adatta la vista a qualcosa che sembra sfocato. Il ginocchio comincia a scricchiolare, le voci si accavallano, io ricomincio a respirare l'aria densa di questa pianura che sembra non finire mai.
Non mi abituerò mai a rientrare, da me o da un viaggio, da un dolore o da una festa. Non ho mai voglia di rincasare da un cambiamento, non sarà mai diverso. Il tempo che passa mi fa solo capire quanto diventi marcato il confine fra ciò che si evolve e ciò che invece non si modificherà mai. Ognuno ha i propri punti cardinali, le proprie radici, le cose che nonostante tutto non si abbandonano.
Io non ho mai sperato di cambiare.
E' che alcune cose non le ricordo più. Le ho perse. Per quanto mi sforzi non ricordo dei pezzi della mia vita o le motivazioni che mi hanno permesso di scegliere alcune cose anziché altre. Se ci penso il cuore si stringe un po'. Mi mordo le labbra. Le taglierei con i denti tutti i giorni.
Cosa c'era ieri.
C'è che sono stata confusa, non ho avuto ordine in quantità sufficiente, ho perso la strada senza perdermi il ritorno. Che se uno poi si perde veramente, le radici le porta con sé.
Come quando galleggi in mare. Il sale ti morde la pelle e non te la ridà. Se chiudi gli occhi per qualche minuto, perdi la riva, ed è lontana come lo saresti se nessuno ti chiedesse più da che parte vuoi andare.
Se la testa va un po' giù, nell'acqua trasparente, trovi il sibilo della profondità. E' lì che smetti di farti trasportare, l'orizzonte è sempre più lontano. Come l'acqua è la vita. Come il sale è il tempo.
Poi appoggio i piedi sulla sabbia. Guardo così lontano che il confine fra i due blu non c'è più.
Mi rimane il sale sulla pelle, fra i capelli.
Quello, prima o poi, torna sempre.
Non mi abituerò mai a rientrare, da me o da un viaggio, da un dolore o da una festa. Non ho mai voglia di rincasare da un cambiamento, non sarà mai diverso. Il tempo che passa mi fa solo capire quanto diventi marcato il confine fra ciò che si evolve e ciò che invece non si modificherà mai. Ognuno ha i propri punti cardinali, le proprie radici, le cose che nonostante tutto non si abbandonano.
Io non ho mai sperato di cambiare.
E' che alcune cose non le ricordo più. Le ho perse. Per quanto mi sforzi non ricordo dei pezzi della mia vita o le motivazioni che mi hanno permesso di scegliere alcune cose anziché altre. Se ci penso il cuore si stringe un po'. Mi mordo le labbra. Le taglierei con i denti tutti i giorni.
Cosa c'era ieri.
C'è che sono stata confusa, non ho avuto ordine in quantità sufficiente, ho perso la strada senza perdermi il ritorno. Che se uno poi si perde veramente, le radici le porta con sé.
Come quando galleggi in mare. Il sale ti morde la pelle e non te la ridà. Se chiudi gli occhi per qualche minuto, perdi la riva, ed è lontana come lo saresti se nessuno ti chiedesse più da che parte vuoi andare.
Se la testa va un po' giù, nell'acqua trasparente, trovi il sibilo della profondità. E' lì che smetti di farti trasportare, l'orizzonte è sempre più lontano. Come l'acqua è la vita. Come il sale è il tempo.
Poi appoggio i piedi sulla sabbia. Guardo così lontano che il confine fra i due blu non c'è più.
Mi rimane il sale sulla pelle, fra i capelli.
Quello, prima o poi, torna sempre.
e la mucillagine mista a nafta tra le chiappe?
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