Non che sia di vitale importanza. Ma. Non conto più. Nel senso numerico del verbo. Non conto più le ore che mi separano dalla fine giornata, non conto più le volte in cui dico la stessa cosa, non conto più i soldi che prelevo e che mi occorrono per tutto quello che non è un mio sfizio. Non conto più le volte che il mio nome riecheggia in casa, non conto più le pecorelle prima di dormire. Sono insonne e basta. Ascolto la mia voce e il mio nome. Ho perso il senso della memoria per tutto quello che non è importante e mi sono rifugiata in uno scheletro d'attesa che a volte non riconosco. Ho sempre amato i numeri per abbinarli alle cose, alle esperienze, come un segno di distinzione e riconoscimento. Mi piace dire: ho letto dieci volte Orgoglio e Pregiudizio, ho visto sedici volte Prima dell'Alba, sono stata due volte a Parigi, ho nove paia di scarpe e quindici film in attesa di visione. Ultimamente ho perso il conto e tutto è affidato al caso, numeri dimenticati, impilati, non abbinati, persi ovunque, ritrovati per qualche istante e abbandonati. Tutto perché è sempre di più bianco o nero, perché non ho tempo di perdere istanti, perché anche dare un numero alle cose è quasi un lavoro e forse uno spazio libero nella testa non c'è più. E intanto, mentre perdo la memoria numerica, R. guarda con il papà la serie completa di tutti i James Bond della storia (ventitré), da Sean Connery a Daniel Craig, si butta da un divano all'altro e dice che sono la sua Bong Girl. Numero uno. Che fascino. Il mio bambino. Il motivo per cui lottiamo, io e L., il motivo per cui sono rinata nel giorno della sua nascita. Il sorriso nei giorni bui delle rinunce. La vita nella vita. Che un capriccio vale una sberla e una morale un diverbio. E prego lassù di avere sempre la forza, di capire quello che è giusto per lui, di essere sempre presente, importante, per non avere la debolezza dei vinti. Un passo alla volta, regalargli la libertà, la padronanza del mondo. Perché se tutti questi sorrisi fossero numeri, sarebbero almeno a quattro cifre.
Non che sia di vitale importanza. Ma. Non conto più. Nel senso numerico del verbo. Non conto più le ore che mi separano dalla fine giornata, non conto più le volte in cui dico la stessa cosa, non conto più i soldi che prelevo e che mi occorrono per tutto quello che non è un mio sfizio. Non conto più le volte che il mio nome riecheggia in casa, non conto più le pecorelle prima di dormire. Sono insonne e basta. Ascolto la mia voce e il mio nome. Ho perso il senso della memoria per tutto quello che non è importante e mi sono rifugiata in uno scheletro d'attesa che a volte non riconosco. Ho sempre amato i numeri per abbinarli alle cose, alle esperienze, come un segno di distinzione e riconoscimento. Mi piace dire: ho letto dieci volte Orgoglio e Pregiudizio, ho visto sedici volte Prima dell'Alba, sono stata due volte a Parigi, ho nove paia di scarpe e quindici film in attesa di visione. Ultimamente ho perso il conto e tutto è affidato al caso, numeri dimenticati, impilati, non abbinati, persi ovunque, ritrovati per qualche istante e abbandonati. Tutto perché è sempre di più bianco o nero, perché non ho tempo di perdere istanti, perché anche dare un numero alle cose è quasi un lavoro e forse uno spazio libero nella testa non c'è più. E intanto, mentre perdo la memoria numerica, R. guarda con il papà la serie completa di tutti i James Bond della storia (ventitré), da Sean Connery a Daniel Craig, si butta da un divano all'altro e dice che sono la sua Bong Girl. Numero uno. Che fascino. Il mio bambino. Il motivo per cui lottiamo, io e L., il motivo per cui sono rinata nel giorno della sua nascita. Il sorriso nei giorni bui delle rinunce. La vita nella vita. Che un capriccio vale una sberla e una morale un diverbio. E prego lassù di avere sempre la forza, di capire quello che è giusto per lui, di essere sempre presente, importante, per non avere la debolezza dei vinti. Un passo alla volta, regalargli la libertà, la padronanza del mondo. Perché se tutti questi sorrisi fossero numeri, sarebbero almeno a quattro cifre.
doppio commento.
RispondiElimina1) Cara dottoressa Berny, il bong e i numeri mi sono strettamente correlati.. più vai di bong, più dai i numeri, oppure più vai di bong, più fai numeri, o meglio ancora, se vai di bong svari e hai voglia a numerare le cose...
2) a R. sono disposto a dare la mano di E. in quanto mezzo Bresciano, sai che è una cosa davvero importante. spero solo non abbia preso la maggior parte dei tuoi geni da mandarina doc.