Non è più il tempo. Lo abbiamo perso, molto tempo fa.
Come le accettiamo noi donne, le briciole, nessuno lo sa fare.
G. ha messo le scarpe comode e si ferma a piedi nudi sulla sabbia bagnata.
La salsedine arriva ovunque, capelli, sangue e cuore.
Al dolore occorre la voce.
Le briciole non possono bastare per molto.
Lui però adesso la vede.
Le accarezza i capelli neri.
Le dice che i trecento chilometri passano con la musica di sottofondo.
Le dice che non si volterà indietro.
Il tempo è vivo.
Non è più facile perdersi.
E' per questo che ammiro G., che con i suoi trentasei anni, ha aspettato e pazientato e compreso e forse pianto. Come si fa sempre quando si aspetta un amore. Noi donne siamo brave in questo, abbiamo un sesto senso tutto nostro. Se decidiamo che vale la pena, ci trasformiamo in Arianna che aspetta Teseo. La fine del filo, dell'attesa e della leggenda la lascio da parte, soprattutto perchè non so ancora quale sia la versione finale che preferisco.
Comunque, G. è una donna che mi piace. Ha le palle. E' cocciuta. Ha saputo mettersi da parte ma mai troppo. Vive al mare. Sa quello che vuole. E vuole Lui. Certo che lo vuole. Lo ama, non c'è spiegazione. Certe cose riusciamo a farle solo se amiamo.
Come le accettiamo noi donne, le briciole, nessuno lo sa fare.
Le facciamo diventare biglie colorate, a volte.
E' una cosa da diventarci matte. Essere consapevoli del vuoto, sentirne l'eco, accettarlo come fosse una canzone dei Rolling Stone. Ballarci dentro senza avere paura.
G. ha messo le scarpe comode e si ferma a piedi nudi sulla sabbia bagnata.
La salsedine arriva ovunque, capelli, sangue e cuore.
Al dolore occorre la voce.
Le briciole non possono bastare per molto.
Lui però adesso la vede.
Le accarezza i capelli neri.
Le dice che i trecento chilometri passano con la musica di sottofondo.
Le dice che non si volterà indietro.
Il tempo è vivo.
Non è più facile perdersi.
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