Penombra di una casa in periferia, dove il verde era ancora immenso. Le cicale e i grilli come musica.
Il silenzio di un condominio che dorme.
La porta di ingresso con il poster della nazionale mondiale dell'82. Nanette che abbaia. L'atrio fresco e la cucina un po' più calda.
Tutto come fosse ieri.
Quando ero piccola, insieme a F, giocavo spesso con pentolotti, acqua e farina. Sempre d'estate, sempre quando il caldo torrido non ci permetteva di stare sotto il sole, sempre quando la casa era ancora fresca. Riempivamo le piccole pentole e le piccole brocche come fossimo cuoche di rinomati ristoranti. piccoli contenitori di rame e metallo, con i manici di plastica nera, cucchiai venuti da chissà dove e piccoli mestoli di plastica.
Ore e ore a mescolare, versare e far finta di assaggiare l'intruglio elaborato e per noi altamente sofisticato.
Liquido, molto liquido, poco liquido, denso e molto denso.
Risate burrascose. Divertimento puro, con poco e niente.
Mani sempre molto sporche, il grembiule adulto avvolto come un camice.
Sempre felici.
Puramente bambini.
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