Rossetto rosso, sbavato, tutte le mattine, prima di uscire per la spesa. I gambaletti sotto la gonna, le scarpe con un filo di tacco. I pavimenti lavati ogni mattina, la casa sempre in ordine, il letto senza una piega fino all'ultima mattina.
Occhiali grandi in un viso che diventava sempre più piccolo, il sorriso che ti accoglieva con forza in qualsiasi momento della giornata.
Le sue gioie erano le felicità degli altri, i racconti dei nipoti, il Milan che vince, R che gioca con le macchinine nella sua casa ordinata, i panni stirati perfettamente, le sigarette nelle dita ossute. Gioie di tutti i giorni. Senza disturbare nessuno, senza chiedere mai niente, senza preoccupare mai nessuno.
E io, senza rendermi conto, ho vissuto del suo ossigeno, dei suoi sorrisi, delle sue attenzioni, delle sue carezze. Sono corsa da lei ogni giorno, per vederla, perché non ne potevo fare a meno, perché tutto mi sembrava meno difficile, perché tutto aveva più senso.
Sento ancora le sue mani nelle mie, il suo dolore addosso, la sua voce che mi chiama.
La mia Carla non c'è più e non ho pace.
Occhiali grandi in un viso che diventava sempre più piccolo, il sorriso che ti accoglieva con forza in qualsiasi momento della giornata.
Le sue gioie erano le felicità degli altri, i racconti dei nipoti, il Milan che vince, R che gioca con le macchinine nella sua casa ordinata, i panni stirati perfettamente, le sigarette nelle dita ossute. Gioie di tutti i giorni. Senza disturbare nessuno, senza chiedere mai niente, senza preoccupare mai nessuno.
E io, senza rendermi conto, ho vissuto del suo ossigeno, dei suoi sorrisi, delle sue attenzioni, delle sue carezze. Sono corsa da lei ogni giorno, per vederla, perché non ne potevo fare a meno, perché tutto mi sembrava meno difficile, perché tutto aveva più senso.
Sento ancora le sue mani nelle mie, il suo dolore addosso, la sua voce che mi chiama.
La mia Carla non c'è più e non ho pace.
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