Sarà che ho mal di testa, di quelli che ti prendono il collo, di lato, di sotto e di sopra.
Sarà che ho fame di cibo e vita, senza avere tempo né per masticare né per respirare.
Sarà che dopo una serata con le amiche a parlare di niente e di tutto, sento la loro assenza addosso e la solitudine in gola.
Sarà che ho nostalgia, quella che ti attanaglia la gola, quella senza risposta, quella che non sai perché ma è così e basta, non ci puoi fare niente.
Sarà che se ti abbraccio e tu fai finta di non vedermi, io muoio, e lo faccio in quel modo tutto mio, cadendo, appoggiando la testa al pavimento freddo per sentire qualcosa che non sia completamente monotono.
Sarà che oggi piove e sono gocce sottili, che bagnano gli occhi ma non i capelli.
Saranno tutte queste cose che mi fanno venire il groppo in gola, che mi fanno pensare che forse qualche lacrima, versata a caso, in una solitudine di giocattoli e in un tappeto senza angoli, ci può stare. Senza essere blasfema, intendo. Cioè, non si offende nessuno, vero? Se prima rido e poi piango, se ci sono e ad un tratto scappo, a gambe levate, come si fa quando si deve arrivare primi e si sta sempre nella corsia centrale e con un occhio si controlla che a destra e sinistra non passi nessuno. Che il traguardo a volte si vede, spesso si corre senza mai arrivare, con la testa pulsante di noia e fuga.
Oh ma che tristezza. Che vicino al Natale non si addice. Ma proprio mai.
Musica. Non voglio il silenzio. Oggi nemmeno nel pianto.
I canti di Natale, Feliz Navidad la mia preferita, I wanna wish you a Merry Christmas From the bottom of my heart.
E se scappo e poi torno e poi corro e poi piango e poi canto e poi mi abbraccio da sola, non è poi così male.
E' solo questione di abitudine.
Sarà che ho fame di cibo e vita, senza avere tempo né per masticare né per respirare.
Sarà che dopo una serata con le amiche a parlare di niente e di tutto, sento la loro assenza addosso e la solitudine in gola.
Sarà che ho nostalgia, quella che ti attanaglia la gola, quella senza risposta, quella che non sai perché ma è così e basta, non ci puoi fare niente.
Sarà che se ti abbraccio e tu fai finta di non vedermi, io muoio, e lo faccio in quel modo tutto mio, cadendo, appoggiando la testa al pavimento freddo per sentire qualcosa che non sia completamente monotono.
Sarà che oggi piove e sono gocce sottili, che bagnano gli occhi ma non i capelli.
Saranno tutte queste cose che mi fanno venire il groppo in gola, che mi fanno pensare che forse qualche lacrima, versata a caso, in una solitudine di giocattoli e in un tappeto senza angoli, ci può stare. Senza essere blasfema, intendo. Cioè, non si offende nessuno, vero? Se prima rido e poi piango, se ci sono e ad un tratto scappo, a gambe levate, come si fa quando si deve arrivare primi e si sta sempre nella corsia centrale e con un occhio si controlla che a destra e sinistra non passi nessuno. Che il traguardo a volte si vede, spesso si corre senza mai arrivare, con la testa pulsante di noia e fuga.
Oh ma che tristezza. Che vicino al Natale non si addice. Ma proprio mai.
Musica. Non voglio il silenzio. Oggi nemmeno nel pianto.
I canti di Natale, Feliz Navidad la mia preferita, I wanna wish you a Merry Christmas From the bottom of my heart.
E se scappo e poi torno e poi corro e poi piango e poi canto e poi mi abbraccio da sola, non è poi così male.
E' solo questione di abitudine.
Ma no sorellina con l'occhio nero da cerca famiglia della bassa. Mi te vöeri ben! Tdm che non sei altro
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