Per esempio la tua vita gira tutto in tondo come gira il mondo, in verità, mentre la mia sta girando in un quadrato, con gli angoli perfetti, che quando ci capiti dentro senti male proprio lì, nella schiena, in basso. Ed è a scatti, come un videogioco degli anni novanta, il pacman che vuole mangiare tante palline comprese la frutta e invece, alla fine, alla fine, viene divorato dal fantasma che sbuca all'improvviso.
Scatti così e un silenzio che ormai dura da una vita che poi non è vita ma è solo qualche giorno, qualche ora e qualche istante, che sono così, sola, perché ci voglio stare, perché i momenti non si inventano, perché le cose si devono incastrare e se non si incastrano, il casino è che proprio non si può fare nulla. E fa male sentire di esserti persa, sentire che hanno lasciato ti perdessi, come si perdono le chiavi di casa almeno una volta nella vita.
E' l'amara verità. Nessuno si è accorto di nulla. Nemmeno io. La mia vita si è arrotolata su se stessa e nessuno ha fatto in modo che non si aggrovigliasse.
L'abitudine è che sembra sempre tardi e le parole non le metto più io ma le mettono gli altri. C'è una definizione per ogni cosa, per ogni stato d'animo, per chi viaggia e per chi è costretto a stare fermo, per chi la vita la vede scorrere e per chi di vedersela andare via non ne vuole proprio più sapere.
Come le cose che ti senti addosso, che lo sai sono così, poi ad un certo punto non vanno più bene, te le vedi strette, te le vedi senza fiato, te le senti in sottovuoto fino al collo.
E basta poco per vedersi andare via, per osservarsi da fuori, per correre come in TempleRun, inseguita da un drago o dai fiori che ti mangiano le caviglie.
Oggi è il blue monday, il giorno più triste dell'anno, addirittura spiegato con un'equazione matematica, condizioni metereologiche sfavorevoli, giornate corte e chissà cos'altro. Di più non poteva esserci. Sarà proprio per questo che il mio stomaco non cerca cibo ma fa uno strano rumore, quasi un sussulto come a voler dire che di là, dall'altra parte del mondo, quello che oggi non mi spetta, qualcosa di brillante c'è sempre.
Qualcuno sul web ha detto:
"Mi mancano i giorni di te, quelli che passavamo con le parole in mano e i sorrisi in gola. Mi mancano i giorni di te, che stringevano lo stomaco in una morsa come un brivido. Mi manca il tempo rubato, quello passato e quello rimasto dei nostri abbracci nel vuoto."
Di quanto sia intonata la vita, a volte, per il momento, non c'è traccia.
Maledetto Lunedì. Blu.
Scatti così e un silenzio che ormai dura da una vita che poi non è vita ma è solo qualche giorno, qualche ora e qualche istante, che sono così, sola, perché ci voglio stare, perché i momenti non si inventano, perché le cose si devono incastrare e se non si incastrano, il casino è che proprio non si può fare nulla. E fa male sentire di esserti persa, sentire che hanno lasciato ti perdessi, come si perdono le chiavi di casa almeno una volta nella vita.
E' l'amara verità. Nessuno si è accorto di nulla. Nemmeno io. La mia vita si è arrotolata su se stessa e nessuno ha fatto in modo che non si aggrovigliasse.
L'abitudine è che sembra sempre tardi e le parole non le metto più io ma le mettono gli altri. C'è una definizione per ogni cosa, per ogni stato d'animo, per chi viaggia e per chi è costretto a stare fermo, per chi la vita la vede scorrere e per chi di vedersela andare via non ne vuole proprio più sapere.
Come le cose che ti senti addosso, che lo sai sono così, poi ad un certo punto non vanno più bene, te le vedi strette, te le vedi senza fiato, te le senti in sottovuoto fino al collo.
E basta poco per vedersi andare via, per osservarsi da fuori, per correre come in TempleRun, inseguita da un drago o dai fiori che ti mangiano le caviglie.
Oggi è il blue monday, il giorno più triste dell'anno, addirittura spiegato con un'equazione matematica, condizioni metereologiche sfavorevoli, giornate corte e chissà cos'altro. Di più non poteva esserci. Sarà proprio per questo che il mio stomaco non cerca cibo ma fa uno strano rumore, quasi un sussulto come a voler dire che di là, dall'altra parte del mondo, quello che oggi non mi spetta, qualcosa di brillante c'è sempre.
Qualcuno sul web ha detto:
"Mi mancano i giorni di te, quelli che passavamo con le parole in mano e i sorrisi in gola. Mi mancano i giorni di te, che stringevano lo stomaco in una morsa come un brivido. Mi manca il tempo rubato, quello passato e quello rimasto dei nostri abbracci nel vuoto."
Di quanto sia intonata la vita, a volte, per il momento, non c'è traccia.
Maledetto Lunedì. Blu.
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