Dal quinto giorno dopo le nuvole, la pioggia e il vento, ho pensato che la paura fosse un'idea troppo astratta per essere realizzata. Sono forte - mi dico - però poi mi tremano le mani quando apro una confezione di Canestrini.
Non ci sono molti modi di reagire a qualcosa che non puoi toccare e io oggi mi sento monca, senza un pezzo, senza una parte che è stata vitale per molto più di quello che avrebbe dovuto.
La paura ti mangia dentro, pezzo per pezzo.
Perdo un momento alla volta.
Perdo una parola al minuto.
Oggi è presto, sono sveglia da troppo tempo. Dormo così male che non ricordo di aver dormito.
Sono sepolta dalle coperte e dal morso allo stomaco.
Di notte crollano tutte le mie certezze.
Di notte il silenzio non è mai abbastanza.
Forse succede che la notte arriva, il buio è troppo, il silenzio insufficiente, le mani tremano, tutto è più veloce e si risparmia tempo.
Come alle casse della Coop con l'aggeggio che suona, pirùpì, faccio in fretta e poi mi dimentico tutto. Il giorno dopo ritorno e poi torno ancora, e ancora per la verdura fresca, il dentifricio che sbianca, i pavesini, le brioches della mattina, la carne bianca che quella rossa fa male o forse no, il formaggio già grattato, il lievito per la pizza e tutto il resto. Cerchio verde e pirùpì.
Tutto questo tempo risparmiato chissà poi dove finisce.
Come le abbreviazioni nei messaggi. Qlc. Tnt. Tt. Ql. We. Risp. Etc. [...]
Per un po' di esistenza in più.
Eppure, a volte, mi sembra di non reggere più di sei ore di vita al giorno.
Vita Vita. Quella intensa. Quella che ogni minuto ha un ricordo.
Appunto, i ricordi come le parole:
- UniPosca colorati per scrivere sullo zaino Invicta, il vento sul viso nel primo viaggio in moto con L., l'addio al nubilato di E., ridere, ridere, una piscina piccola vicino al lago, il campo di fiori gialli in primavera vicino a casa di F.F.e F., i viaggi in macchina con i miei genitori e mio fratello, l'odore del gas di scarico dei camion alti, le caramelle a forma di panino dell'autogrill, il colore di capelli di mia nonna e i suoi occhiali grandi, le canzoni della festa dell'Unità e il suono della ruota che girava per l'estrazione della lotteria.
Oddio come è difficile.
Oggi che ogni storia ha il suo minuto.
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