Riparto da qui. Le mutande della disperazione mi stanno addosso come una seconda pelle e il timer delle scelte mi appare come uno spauracchio desertico. E se non prendo aria è solo perché la finestra è sopra la mia testa. Rifletto questo volto come fosse liscio e penso di non poter prendere decisioni importanti perché il momento giusto non è ancora arrivato. Sono cose che sento e non so spiegare. Come dovesse accadere qualcosa che stravolgerà la mia vita. Come fosse indispensabile dare tempo al tempo. Il Circolo del Dubbio. Avuto e dato. E questo blog da testimone. E dimostrare che niente è scontato. Nemmeno io. Una vacanza non basta mai. Bisognerebbe partire almeno 4 volte l'anno. Una per stagione. E avere un armadio per ogni freddo. Dentro. Fuori. In testa.
E voglio dimenticare tutte le parole brutte, anche se non è il mio forte, credere alle mie ragioni e non avere paura. Di quello che accadrà e dei costumi che non metterò per un anno. Di quello che sarà di noi, di me, di quello che non mi basta mai e di quello di cui ho abbastanza. Credere ad una via di uscita, credere di poter rendere felici le persone che amo senza limiti aggiunti. Credere alle buone intenzioni, credere che si possa fare un passo in più allineando i piedi, saltando a giorni alterni con le scarpe giuste.
Riparto dalla fine del mare, con la nostalgia nel cuore, una conchiglia nel portafoglio, il sapore della granita alla mandorla, le foto sulla spiaggia, i piedi nudi tutto il giorno e la vita che ti scorre accanto leggera, lenta, come assaporare un gusto indimenticabile, come un fumetto a nuvoletta. E come se iniziasse ancora la scuola sento il profumo di matite temperate, di inchiostro sulle mani, di gomma pane e tempere sui fogli.
E voglio dimenticare tutte le parole brutte, anche se non è il mio forte, credere alle mie ragioni e non avere paura. Di quello che accadrà e dei costumi che non metterò per un anno. Di quello che sarà di noi, di me, di quello che non mi basta mai e di quello di cui ho abbastanza. Credere ad una via di uscita, credere di poter rendere felici le persone che amo senza limiti aggiunti. Credere alle buone intenzioni, credere che si possa fare un passo in più allineando i piedi, saltando a giorni alterni con le scarpe giuste.
Riparto dalla fine del mare, con la nostalgia nel cuore, una conchiglia nel portafoglio, il sapore della granita alla mandorla, le foto sulla spiaggia, i piedi nudi tutto il giorno e la vita che ti scorre accanto leggera, lenta, come assaporare un gusto indimenticabile, come un fumetto a nuvoletta. E come se iniziasse ancora la scuola sento il profumo di matite temperate, di inchiostro sulle mani, di gomma pane e tempere sui fogli.
Oh ma quanti spunti sto giro.. Ma non voglio fare lo schifoso distruttivo, aggiungo pezzetti unendo alla tua mente, la mia malata da "Gigi la trottola":
RispondiEliminaMutande, please no cagi molli che sembra tu abbia l'ospite
Frecc, l'è ura de una bela polenta cunt el brasá
Costume, allusivo o da Totti
Amare i baristi sulle scale o mentre prendono le casse di acqua
Scuola, rilancio con la replay che si cancellava con il gommino del tappo ma che lasciava inesorabili nocche colorate