Ci sono cose a cui non si rinuncia.
Io non rinuncio alla matita nera, nella parte interna e inferiore dell'occhio. Un tratto deciso il giorno, un tratto sbavato la sera. Anni fa non mi accontentavo e sfumavo l'ombretto nero sulla palpebra in maniera quasi maniacale.
Esagerata.
Nero ovunque. Il mio occhio si rimpiccioliva e mi piaceva.
Poi ho smesso di utilizzare ombretti che vanno oltre i colori neutri, ho lasciato le polverine Mac in vista, sulla mensola sinistra del bagno. Mi piace ricordare che ho indossato colori in viso, che avevo un pennello per ogni tonalità e che spesso utilizzavo il piegaciglia dopo il rimmel.
E' la prima cosa a cui non rinuncio al mattino. Perché ho saputo rinunciare persino alla colazione. Ma la matita nera per gli occhi no, questa proprio no.
Cerco di rinunciare persino a questo blog, lo dico, lo dico e non lo faccio mai, torno sempre qui, perchè questa è casa, comando io, scrivo cose poco serie, qualcosa di nostalgico, qualcosa di me, qualcuno pensa che sia carino, altri terribile. E scrivo altro, dico altro, mi penso diversa, m'immagino figa e imperturbabile.
Credo che qualcosa di serio forse un giorno lo realizzerò e credo anche che un giorno ricomincerò a spedire bellissime cartoline di mari esotici, spiagge deserte e pescatori sulla barca, il mare senza onde e l'ombra dei remi sulla sabbia fondale. Non spedisco cartoline da tempo indefinito.
Quella cosa per cui si leccava il francobollo senza pensare a quanto di schifoso ci possa essere sopra, è una cosa che mi manca. Sentivo la colla sulla lingua fino a quando non mi obbligavo a masticare una BigBabol. Due cose che sono lentamente sparite dalla mia vita e a cui ho rinunciato senza credere che un giorno avrei potuto sentirne la mancanza.
Credo di non ricordarmi più il motivo per cui ho aperto un blog. Forse avevo bisogno di parlare, forse avevo bisogno di avere un indirizzo per le cose stupide, forse perché è stato molto tempo fa, perché sapevo che senza un diario non avrei saputo vivere.
E' così, sia alla fine che all'inizio. Chi ti vuole ti prende. Anche se sei scomoda, petulante, se scivoli via. Chi ti vuole ti prende anche se deve fare più viaggi, anche se le andate e i ritorni sono più dei chilometri che devi percorrere.
Poi.
Perché non esistono cartoline con il mare in tempesta, il pescatore senza remi che cerca di tornare a riva e il cielo grigio?
Spedirei anche quelle, con una BigBabol alla fragola in tasca.
Io non rinuncio alla matita nera, nella parte interna e inferiore dell'occhio. Un tratto deciso il giorno, un tratto sbavato la sera. Anni fa non mi accontentavo e sfumavo l'ombretto nero sulla palpebra in maniera quasi maniacale.
Esagerata.
Nero ovunque. Il mio occhio si rimpiccioliva e mi piaceva.
Poi ho smesso di utilizzare ombretti che vanno oltre i colori neutri, ho lasciato le polverine Mac in vista, sulla mensola sinistra del bagno. Mi piace ricordare che ho indossato colori in viso, che avevo un pennello per ogni tonalità e che spesso utilizzavo il piegaciglia dopo il rimmel.
E' la prima cosa a cui non rinuncio al mattino. Perché ho saputo rinunciare persino alla colazione. Ma la matita nera per gli occhi no, questa proprio no.
Cerco di rinunciare persino a questo blog, lo dico, lo dico e non lo faccio mai, torno sempre qui, perchè questa è casa, comando io, scrivo cose poco serie, qualcosa di nostalgico, qualcosa di me, qualcuno pensa che sia carino, altri terribile. E scrivo altro, dico altro, mi penso diversa, m'immagino figa e imperturbabile.
Credo che qualcosa di serio forse un giorno lo realizzerò e credo anche che un giorno ricomincerò a spedire bellissime cartoline di mari esotici, spiagge deserte e pescatori sulla barca, il mare senza onde e l'ombra dei remi sulla sabbia fondale. Non spedisco cartoline da tempo indefinito.
Quella cosa per cui si leccava il francobollo senza pensare a quanto di schifoso ci possa essere sopra, è una cosa che mi manca. Sentivo la colla sulla lingua fino a quando non mi obbligavo a masticare una BigBabol. Due cose che sono lentamente sparite dalla mia vita e a cui ho rinunciato senza credere che un giorno avrei potuto sentirne la mancanza.
Credo di non ricordarmi più il motivo per cui ho aperto un blog. Forse avevo bisogno di parlare, forse avevo bisogno di avere un indirizzo per le cose stupide, forse perché è stato molto tempo fa, perché sapevo che senza un diario non avrei saputo vivere.
E' così, sia alla fine che all'inizio. Chi ti vuole ti prende. Anche se sei scomoda, petulante, se scivoli via. Chi ti vuole ti prende anche se deve fare più viaggi, anche se le andate e i ritorni sono più dei chilometri che devi percorrere.
Poi.
Perché non esistono cartoline con il mare in tempesta, il pescatore senza remi che cerca di tornare a riva e il cielo grigio?
Spedirei anche quelle, con una BigBabol alla fragola in tasca.
Mi sa tanto di una scena di will hunting...
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