Una volta qualcuno ha detto che la noia è proprio brutta da guardare. E io ho tutto quello che di negativo ci può essere ma quella cosa lì, proprio no. Perché se la sento arrivare io scappo e mi dileguo e piuttosto vivo per un po' in un altro pianeta. E tutto non deve essere facile e nemmeno troppo complicato e io che non sono facile e nemmeno sempre serena ho pensato che mai mai mai e poi mai vorrei dire o fare cose con tutta la noia addosso. Ho messo tante e, la punteggiatura non c'è. Come dire che piuttosto di avere con me la noia accetto persino le vie di mezzo.
Sorrido.
A dicembre è dura annoiarsi e forse sarebbe meglio un pugno nello stomaco. Come quando le persone dicono che il mare fa schifo, che la sabbia da fastidio e che Lampedusa è troppo in giù. E' un pugno con la rincorsa.
Le cose che vorrei a Natale non le trovo più ma so che stasera dovrò aggiungere una coperta a quella che già esiste perché il freddo di notte non avvolge più e io ho scoperto che se dormo con la canotta a spalla larga a costine di Intimissimi, le mutante e i calzini da montagna, dormo meglio. Sempre poco ma meglio. Anche vicino allo zero. Ho abbandonato i pigiami nel cassetto delle cose che rimangono ordinate perché non uso mai. Mi fingo disperata di fronte al disordine. Realmente è amore. Nel caos la noia non esiste.
Le cose che vorrei a Natale non sono dove sono io adesso.
I capelli lunghi, dritti e neri che cadono nel cappotto. La movenza delle mani che li mettono dove devono stare. La luce che entra dalle finestre d'inverno. Se ci penso divento inconsistente e scivolo via da tutto. Come un saponetta a contatto con l'acqua.
C'era questa cosa che facevo quando ero molto piccola e avevo le lenzuola di flanella calde calde, il letto basso, anche dopo, aspettavo la mamma che mi chiudeva nelle coperte come fossi in un sacco a pelo, senza, pensavo non sarei riuscita a dormire. Era solo un modo per avere più coraggio, per sentirmi protetta, per affrontare la notte nella stanza con la moquette bordeaux e non sentirmi sempre sola, sempre piccola, sempre in sospeso fra il buio e la luce fioca della lampada sul comodino.
Qualcuno che mi chiude nelle coperte, la sera, che magari dormo un po' di più o forse no, è quello che vorrei, anche se il letto non è più piccolo e nemmeno basso.
I desideri del Natale hanno tutta la malinconia addosso delle cose che non ci sono più e la felicità delle cose nuove che devono accadere. Compreso il ticchettio dei piedi di un bimbo, la mattina presto, le parole degli amici veri, le lenzuola calde che di flanella non profumano più, la fragranza dei biscotti alla cannella e il sapore del panettone con i canditi, eliminati accuratamente sul bordo del piattino rosso della merenda.
Dicembre arriva sempre. Come la notte. Come la sera. Come la casa della Barbie la notte di Santa Lucia.
Le cose che vorrei a Natale non le trovo più.
E dire che qualche tempo fa annotavo tutto.
Moleskine.
Sorrido.
A dicembre è dura annoiarsi e forse sarebbe meglio un pugno nello stomaco. Come quando le persone dicono che il mare fa schifo, che la sabbia da fastidio e che Lampedusa è troppo in giù. E' un pugno con la rincorsa.
Le cose che vorrei a Natale non le trovo più ma so che stasera dovrò aggiungere una coperta a quella che già esiste perché il freddo di notte non avvolge più e io ho scoperto che se dormo con la canotta a spalla larga a costine di Intimissimi, le mutante e i calzini da montagna, dormo meglio. Sempre poco ma meglio. Anche vicino allo zero. Ho abbandonato i pigiami nel cassetto delle cose che rimangono ordinate perché non uso mai. Mi fingo disperata di fronte al disordine. Realmente è amore. Nel caos la noia non esiste.
Le cose che vorrei a Natale non sono dove sono io adesso.
I capelli lunghi, dritti e neri che cadono nel cappotto. La movenza delle mani che li mettono dove devono stare. La luce che entra dalle finestre d'inverno. Se ci penso divento inconsistente e scivolo via da tutto. Come un saponetta a contatto con l'acqua.
C'era questa cosa che facevo quando ero molto piccola e avevo le lenzuola di flanella calde calde, il letto basso, anche dopo, aspettavo la mamma che mi chiudeva nelle coperte come fossi in un sacco a pelo, senza, pensavo non sarei riuscita a dormire. Era solo un modo per avere più coraggio, per sentirmi protetta, per affrontare la notte nella stanza con la moquette bordeaux e non sentirmi sempre sola, sempre piccola, sempre in sospeso fra il buio e la luce fioca della lampada sul comodino.
Qualcuno che mi chiude nelle coperte, la sera, che magari dormo un po' di più o forse no, è quello che vorrei, anche se il letto non è più piccolo e nemmeno basso.
I desideri del Natale hanno tutta la malinconia addosso delle cose che non ci sono più e la felicità delle cose nuove che devono accadere. Compreso il ticchettio dei piedi di un bimbo, la mattina presto, le parole degli amici veri, le lenzuola calde che di flanella non profumano più, la fragranza dei biscotti alla cannella e il sapore del panettone con i canditi, eliminati accuratamente sul bordo del piattino rosso della merenda.
Dicembre arriva sempre. Come la notte. Come la sera. Come la casa della Barbie la notte di Santa Lucia.
Le cose che vorrei a Natale non le trovo più.
E dire che qualche tempo fa annotavo tutto.
Moleskine.
Commenti
Posta un commento