Non so se è peggio il giorno del mio compleanno o gli ultimi giorni dell'anno.
Dopo i trentacinque anni non ho più avuto voglia di festeggiare, forse è stato anche prima. Dichiariamo dopo i trenta e non se ne parla più.
Bigliettini di auguri che non sanno cosa dire, regali che non sanno dove stare, parole buttate al vento e luna storta fino al giorno dopo.
Si lo so, sono del cancro.
Quando arrivano gli ultimi giorni dell'anno si fa un bilancio di quello che se ne va, di ciò che si è combinato e di quello che non si è ancora riusciti a fare. Qui scatta la risata isterica.
Si lo so, sono del cancro. Sogno o son desta? Non si capisce mai.
Che se proprio dovessi fare un resoconto di quello che è stato, mi accorgo che è successo di tutto ma forse no. Ho scritto. Bene poco e male tanto. Più di altre volte. Che visti i compleanni che non mi piace festeggiare dovrei imparare a fare di meglio, più passa il tempo, invece mi rendo conto, che visti i compleanni, forse peggioro. Non lo so. La confusione regna sovrana, ma questo ancora prima che lo cose non fossero lineari.
Di bello c'è stato che questo blog sta diventando sempre più una lavagna di pensieri perduti e dimenticati. Un po' come la favola di PeterPan, che non cresce mai nell'isola che non c'è, che forse c'è ma non lo so. C'è chi legge e chi no. C'è chi ogni tanto ci capita sopra per caso e ci lascia un messaggio, come per caso è giusto che sia.
Sono stata felice di aver letto tante cose di donne brave, belle e vere che scrivono, di avere delle storie da raccontare che sono simili a quelle di molte altre.
E il talento. Quanto ce n'è. Non blasonato. Silenzioso.
In questo anno così di mezzo ne sono rimasta ammaliata, ne ho desiderato almeno un decimo.
I tentativi.
- Non perdermi, eh.
- Ti penso ogni giorno. Non si perdono le persone a cui si pensa tutti i giorni.
Il tempo che manca.
Il sonno che perdo, ogni anno un po' di più.
Le mie cose belle. Quelle che non dico mai per paura.
La vita, quella vera.
Una scommessa, che mi da i brividi su per la schiena e se la perdo non torna più.
- Non vorrei mai andare via.
- Eppure lo fai sempre.
Il silenzio, quanto silenzio. Le persone che vengono lasciate andare, come trascinate dalla corrente. E poi perché non esiste un perché. Tutte queste cose che girano al contrario, che non vanno come dovrebbero. La vita addosso.
Un anno qui, senza allontanarsi mai troppo.
- Sono molto più di così. Di come mi vedi. Volevo dirtelo.
- Oddio. più di così?
Dopo i trentacinque anni non ho più avuto voglia di festeggiare, forse è stato anche prima. Dichiariamo dopo i trenta e non se ne parla più.
Bigliettini di auguri che non sanno cosa dire, regali che non sanno dove stare, parole buttate al vento e luna storta fino al giorno dopo.
Si lo so, sono del cancro.
Quando arrivano gli ultimi giorni dell'anno si fa un bilancio di quello che se ne va, di ciò che si è combinato e di quello che non si è ancora riusciti a fare. Qui scatta la risata isterica.
Si lo so, sono del cancro. Sogno o son desta? Non si capisce mai.
Che se proprio dovessi fare un resoconto di quello che è stato, mi accorgo che è successo di tutto ma forse no. Ho scritto. Bene poco e male tanto. Più di altre volte. Che visti i compleanni che non mi piace festeggiare dovrei imparare a fare di meglio, più passa il tempo, invece mi rendo conto, che visti i compleanni, forse peggioro. Non lo so. La confusione regna sovrana, ma questo ancora prima che lo cose non fossero lineari.
Di bello c'è stato che questo blog sta diventando sempre più una lavagna di pensieri perduti e dimenticati. Un po' come la favola di PeterPan, che non cresce mai nell'isola che non c'è, che forse c'è ma non lo so. C'è chi legge e chi no. C'è chi ogni tanto ci capita sopra per caso e ci lascia un messaggio, come per caso è giusto che sia.
Sono stata felice di aver letto tante cose di donne brave, belle e vere che scrivono, di avere delle storie da raccontare che sono simili a quelle di molte altre.
E il talento. Quanto ce n'è. Non blasonato. Silenzioso.
In questo anno così di mezzo ne sono rimasta ammaliata, ne ho desiderato almeno un decimo.
I tentativi.
- Non perdermi, eh.
- Ti penso ogni giorno. Non si perdono le persone a cui si pensa tutti i giorni.
Il tempo che manca.
Il sonno che perdo, ogni anno un po' di più.
Le mie cose belle. Quelle che non dico mai per paura.
La vita, quella vera.
Una scommessa, che mi da i brividi su per la schiena e se la perdo non torna più.
- Non vorrei mai andare via.
- Eppure lo fai sempre.
Il silenzio, quanto silenzio. Le persone che vengono lasciate andare, come trascinate dalla corrente. E poi perché non esiste un perché. Tutte queste cose che girano al contrario, che non vanno come dovrebbero. La vita addosso.
Un anno qui, senza allontanarsi mai troppo.
- Sono molto più di così. Di come mi vedi. Volevo dirtelo.
- Oddio. più di così?
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